Il centravanti della Juventus, Gonzalo Higuain, ha rilasciato una lunghissima intervista al Corriere dello Sport, toccando tanti argomenti importanti: l’arrivo alla Juve, la similarità con l’ambiente Real, il rapporto con Sarri… e non solo.
“Quando sono arrivato alla Juve mi sono trovato a giocare con un modulo per me del tutto nuovo. Era la prima volta che giocavo così nella mia vita, quindi è stato difficile. Dopo Firenze il mister ha deciso di cambiare lo schema, di schierare il 4-2-3-1. Nel momento in cui lo ha fatto, ha chiesto a quelli che giocavano in attacco di sacrificarsi di più: era la condizione per non rendere fragile ed esposta la squadra. Ci disse che per usare tutto il talento tecnico di cui disponevamo ci voleva anche tanto sacrificio. Ce lo siamo messi in testa e abbiamo voluto, potuto e saputo farlo: siamo una squadra davvero forte. Ma non bisogna mai, dico mai, smettere di convincersene.”
“Ho avuto la fortuna di giocare sette anni nel Madrid la cui struttura, per rigore e modernità, somiglia abbastanza a quella della Juve.”
“Ho giocato tre anni al Napoli e ringrazio per tutto quello che quella città mi ha dato. Ora ho avuto la fortuna di venire a Torino. È stata una scelta più che giusta, perché volevo venire qui per arrivare ad un traguardo importante e ci siamo vicini, molto vicini. Siamo ad un passo dal concludere una stagione fantastica: ma non abbiamo vinto nulla. Dobbiamo saperlo e avere la determinazione necessaria per l’ultimo miglio della nostra corsa, cominciata in agosto. Di Napoli conservo un ricordo meraviglioso: non ho nulla da dire di Napoli. I compagni, lo staff, i magazzinieri, i fisioterapisti, gli amici. Ho lasciato un parte del mio cuore tra i tifosi. Ringrazierò sempre Napoli. Mi ha voluto quando ho deciso di andare via dal Real Madrid ed è stata l’unica squadra che è venuta a prendermi. La ringrazierò per tutta la vita.”
“Ho sentito, c’erano dei rumors, che la Juve poteva pagare la clausola. Ma non lo credevo e infatti è stata una scelta molto, molto complicata e difficile. Però dal giorno in cui ho capito che loro mi volevano fortemente ho detto basta aspettare, decidiamo. Perché nella vita se non prendi il rischio non fai nulla di importante. E io questo rischio l’ho voluto prendere. I fatti, i risultati italiani e internazionali della Juve quest’anno, hanno dimostrato che ho fatto bene.”
“Senza dubbio quello con il quale ho avuto più continuità è stato Sarri: ho fatto una stagione molto buona con lui. Sarri è stato uno degli allenatori che più mi ha dato fiducia e lui sa quanto gli voglio bene e quanto lo ringrazio. Lo devo dire perché lo sento, e lui ha sempre belle parole per me. Infatti siamo d’accordo che continueremo ad avere un rapporto. Allegri lo conoscevo già da prima. Ha vinto il campionato in altre squadre e lui è un allenatore che trasmette voglia di vincere. Anche lui quest’anno mi ha dato la fiducia necessaria per giocare al meglio. E mi ha cambiato un po’, mi ha insegnato il modo non solo o non tanto di sacrificarmi di più, ma di migliorare tatticamente.”
“È dura. Puyol è stato un difensore per me straordinario. Sul fallo di Glik non ho parole: una cosa senza senso, senza motivo, senza dignità. Tutto il mondo ha visto che lo ha fatto apposta e non ha avuto l’onestà né in quel momento, né dopo la partita, di venire a chiedere scusa. Ma non mi è interessato nemmeno, perché non mi interessa lui. Bueno, mi dispiace per lui che mi voleva fare male e non ci è riuscito.”
“Ce ne sono tanti di giovani argentini bravi. Io penso ad esempio che Alario può arrivare a giocare in Europa, da centravanti. Anche Martinez Quarta, che è un giovane difensore del River Plate, sembra possa arrivare lontano.”
“Sinceramente è una bella squadra: con i mei compagni si sta bene. Sono veri professionisti, lavorano. Con Dybala mi trovo benissimo: è la prima volta che giochiamo insieme così consecutivamente, ma sinceramente mi trovo bene con Paulo e noi due viviamo tutto questo con tanto impegno e, insieme, con tanta allegria.”
“Sarà una sfida speciale e sarà una sfida contro una grandissima squadra. Una squadra che è abituata a giocare questo tipo di partite. Quindi è, per la mia concezione del calcio e della vita, una sfida molto piacevole. E noi speriamo di vincerla.”
“Penso che esista di più la paura di perdere, quella di vincere no. Almeno io non la conosco. Come puoi avere paura di vincere? Quella è la cosa più bella che hai dentro. L’adrenalina di avere, in primo luogo con te stesso, una sfida, un obiettivo così importante da raggiungere. Come può essere, dopo la Coppa Italia, il sesto scudetto o la Champions. L’adrenalina serve per vincere, per perdere invece serve la paura.”
This post was last modified on 20 Maggio 2017 - 19:07