Un pareggio strappato in pieno recupero nel derby scudetto. In casa, e con un ampio turnover operato. Gli indizi ci sono tutti per il processo post-gara a carico di Massimiliano Allegri. Sconforto e delusione di chi pensava di poter festeggiare il tricolore alla 35esima giornata prendono il sopravvento, e le esaltazioni post-Monaco sembrano già lontane.
CONDANNATA A VINCERE
E’ anche questo il calcio. Se ti chiami Juventus sei condannata a vincere sempre, anche quando il pallone non ne vuole sapere di entrare e gli avversari calciano in porta una volta sola, segnando. E allora la delusione trova il suo sfogo con lo stratega del modulo a 5 stelle, colui che ha rivestito la Juventus di un abito nuovo a metà stagione portandola a fronteggiare avversari su tre fronti, con le possibilità di vincere ovunque.
ALLEGRI: NESSUNA COLPA
Allegri però colpe non ne ha. Nemmeno una. Innanzitutto il Torino ha dato prova, se mai ce ne fosse sentito il bisogno, di non essersi scansato allo Stadium, perchè al di là delle conclusioni in porta di intensità ce ne ha messa eccome. La squadra di Mihajlovic, è vero, non ha quasi mai impegnato Neto, eppure ha trovato nel piede di Ljajic la qualità e il cinismo di raccogliere il massimo di quanto riuscito a creare. Ne vanno riconosciuti i meriti.
TURNOVER ACCLAMATO E OPERATO
L’allenatore bianconero, dal canto suo, ha pensato bene di far rifiatare buona parte dei giocatori scesi in campo nella semifinale di Champions. Fra cui anche l’eroe di Montecarlo, Higuain, che di partite in campionato ne ha giocate 35, compreso il derby della Mole: il 100%. A questo punto della stagione, Allegri ha pensato bene di dosare un po’ le forze, risparmiando fra gli altri anche Alex Sandro, Dani Alves e Pjanic. Che alla fin fine è forse l’unica “pecca” lamentata da critici e parte dei tifosi, oltre all’assenza del bel gioco qualche mese fa. Appare dunque paradossale che dopo il pareggio col Toro, il tecnico bianconero rischi di essere messo sul banco degli imputati.
AMPIEZZA DELLA ROSA
Prima del derby, fra l’altro, non sono stati pochi i paragoni con l’ampiezza di rose stellari come quella del Bayern, da poter permettere alla Juve di affrontare una partita importante come il derby anche rinunciando ad alcuni titolarissimi. Inoltre, se è vero che le rose sono composte da 25/30 elementi, e se dichiarazioni del genere corrispondo davvero alla realtà dei fatti e non al qualunquismo delle frasi fatte, giocatori come Asamoah, Rincon, Neto, Lichtsteiner e Benatia – che giocherebbero titolari nella maggior parte delle squadre del campionato – meritano senza riserve di godere della fiducia di Allegri rimpiazzando i top player.
COSA E’ (DAVVERO) MANCATO
E’ mancata sicuramente la concretezza sotto porta (l’occasionissima del titolarissimo Khedira). E’ mancato anche quel pizzico di fortuna che avrebbe consentito ai bianconeri di pareggiare i conti prima, o addirittura di passare in vantaggio nel primo tempo (la traversa della riserva Benatia). Poi ci sono i meriti del Toro, indiscutibili. Che fino al gol di Higuain ha difeso il risultato dall’arrembaggio dei bianconeri, mettendoci quel cuore e quell’orgoglio granata che tutta Italia ha omaggiato nel giorno della ricorrenza della tragedia degli eroi di Superga. Le chiacchiere sullo stratega del modulo a 5 stelle, colui che sta portando la Juventus ad un passo dalla seconda finale di Champions negli ultimi tre anni, e che è ad un passo dal sesto scudetto consecutivo, quello dei record, stanno a zero.
Rocco Crea (Twitter @Rocco_Crea)