Ci sono momenti che valgono più di mille occasioni. Quelli di sorpresa, di rivalsa, di grande chance. Una chance di quelle da prendere al volo, soprattutto quando non è più la normalità. Ecco, questa potrebbe essere la serata di Claudio Marchisio. Contro il Monaco, potrebbe essere lui a fare la differenza, in un palcoscenico che, negli ultimi periodi, lo ha visto poco protagonista.
Le condizioni a favore ci sono tutte: Khedira squalificato lascia il campo libero al rientro da titolare per il Principino, in Champions. L’occasione è arrivata, la grande occasione. La semifinale che chiama, Claudio che urla. Perché le sue panchine silenti fanno un grande rumore dentro. Il rumore di chi sa di avere alle spalle un brutto infortunio, uno di quelli che possono incidere in maniera pesante sulla carriera. Non è questo il caso, fortunatamente. Marchisio ha avuto quella forza più importante di tutte: la pazienza. La pazienza di non affrettare i tempi, quella di prendersi i propri spazi per ripartire, quasi da zero. E, nel frattempo, tutto il resto andava avanti: passavano i mesi, cambiavano gli interpreti e pure i moduli.
A Vinovo arrivava Pjanic e Allegri sperimentava il 4-2-3-1. Già, due posti soli a centrocampo, con qualcuno che inevitabilmente sarebbe rimasto spesso fuori. Proprio lui, Claudio, che rientrava dall’infortunio e stava ritrovando la strada della forma migliore. Quante panchine, quante. Quante gare importanti vissute da spettatore, in campionato e in Champions. Quanti sguardi impotenti rubati dalle telecamere, proprio a lui che negli ultimi anni aveva vinto da protagonista. Poi la risalita, il fisico che rispondeva bene e le piccole, grandi, occasioni. La gara col Genoa vissuta da Re, da migliore in campo e qualche ricaduta, ma una consapevolezza: il peggio era, ormai, alle spalle.
This post was last modified on 2 Maggio 2017 - 18:39