Il Corriere dello Sport ha intervistato Pierpaolo Triulzi, il procuratore di Paulo Dybala. Ecco le sue dichiarazioni riguardo il rinnovo e gli obiettivi del numero 21.
IL RINNOVO E LA LUNGA TRATTATIVA
“E’ stato un rinnovo lungo, complesso ma che alla fine ha realizzato le nostre aspettative. E di questo devo ringraziare anche la Juventus, in particolare l’amministratore delegato Marotta, con cui ho lavorato per arrivare alla firma. In realtà i mesi di lavoro sono stati dieci…. Quanto Paulo ha voluto la Juve e la Juve ha voluto Paulo? Questo rinnovo per me è stato un segnale molto importante della Juventus ai suoi tifosi e alle altre squadre, perché ancora una volta ha dimostrato quanto stia costruendo una società di top player. Ma è stato anche un messaggio importante di Dybala ai tifosi. Paulo è felice, come lo è la sua famiglia, di questa scelta e lo dimostra partita dopo partita. Con la Juve è cresciuto e continua a farlo ogni giorno. (un sorriso). Beh, diciamo che dalle ultime partite si vede no?. Sono rinnovi molto complessi, con tantissime variabili. Se dicessi che è stato tutto facile direi una bugia. Ma posso sicuramente dire che è sempre esistita la volontà comune di arrivare all’accordo. E così è stato. Per Paulo è il riconoscimento di tanti sacrifici che fa da quando ha iniziato a dare i primi calci al pallone: fatemelo dire, è un ragazzo che merita tutti i risultati che sta avendo”.
IL MERCATO E NON SOLO..
“Si è parlato di Barcellona e Real Madrid? Paulo è il miglior talento che esiste in questo momento in Europa, subito dietro ai grandissimi come Messi e Ronaldo. Ritengo una cosa abbastanza normale che l’interesse su di lui sia stato molto alto ed è ovvio che molte squadre si siano interessate a lui seriamente. So che i retroscena sono il pane di chi fa il vostro lavoro, ma io amo la riservatezza nel mio lavoro: però se scrivete che Paulo lo voleva mezza Europa scrivete il vero. Ma abbiamo scelto la Juve ed è contento di essere un giocatore della Juventus perché con la Juve vuole vincere tutto. Anche il Pallone d’Oro? Senza presunzione: sì”.