GUIDA ALL’URNA: tutte le insidie delle semifinaliste

L’impresa titanica è stata compiuta, ma adesso viene il bello. Non che giocare e vincere contro il Barcellona sia stato qualcosa di brutto, ma – si sa – più si va avanti e più sale l’adrenalina, mista alla consapevolezza di poter portare a termine qualcosa di davvero grande. La Juventus compatta, solida, tosta, lucida, ordinata, spietata, eroica (in una sola parola: perfetta) ammirata nel doppio confronto con i blaugrana si prepara, adesso, ad assistere ansiosamente al suo quarto sorteggio europeo stagionale.

Cos’è cambiato rispetto ai precedenti tre? Che forse, stavolta, sono soprattutto gli altri ad aver paura di incrociare i bianconeri (come ammesso da Bonucci nel post-partita di ieri) e non il contrario.

Ma andiamo a scoprire insieme le principali caratteristiche delle tre possibili avversarie della Juve nelle semifinali di Champions League. La spensieratezza del Monaco, l’ordine dell’Atletico Madrid o l’esperienza (mista ad una grande classe) del Real Madrid?

QUESTA È UNA COPPA REAL

La formazione di Zidane non avrebbe bisogno di ulteriori presentazioni: ha vinto ben 11 volte questa competizione (5 da quando si chiama Champions League), vanta l’unico cannoniere centenario (CR7) della coppa dalle grandi orecchie e ha appena eliminato una delle favorite (se non la favorita principale) per il successo finale (il Bayern Monaco di Ancelotti, ndr).

Quest’anno, i blancos sono al primo posto nella Liga (potenzialmente a +6 sul Barcellona, secondo) e, dopo aver passato il girone di Champions da secondi classificati (dietro al Borussia Dortmund), hanno avuto ragione prima del Napoli (con un doppio 3-1) e poi – come già detto – del Bayern Monaco. Ecco, il record raggiunto da Cristiano Ronaldo (che ha appena distrutto il muro dei 100 gol in Champions League) è stato “macchiato” da un arbitraggio poco felice da parte di Kassai, finito nel mirino dell’ira/ironia dei calciatori bavaresi (su tutti Ribery e Vidal).

82 reti in campionato e 28 in quest’edizione della Champions: numeri da capogiro, che non dovrebbero lasciare indifferente anche una difesa così forte come quella della Juventus (Buffon ha mantenuto la porta inviolata addirittura in 8 circostanze su 10 in Champions League). Per contro, però, sono da sottolineare anche i 33 gol subiti nella Liga e i 15 incassati in coppa: forse troppi per una squadra che punta a vincere tutto.

PERCHÉ SÌ

Più sale la tensione, più aumenta la concentrazione (e, di conseguenza, la resa) dei bianconeri. E poi, gli ultimi precedenti tra le squadre sono assolutamente favorevoli alla Juventus: chiedere a Zalayeta, Nedved, Del Piero e Morata…

PERCHÉ NO

Le Merengues possono esser definite i padroni assoluti di questa competizione: ne conoscono ogni minimo dettaglio e, più arrivano vicini al traguardo, più sanno come si fa.

IL CHOLISMO NON MUORE MAI

Lo hanno dato per bollito tante volte, forse troppe. Ha perso due finali di Champions contro gli odiati rivali del Real, senza ancora riuscire a capire quale effettivamente sia la più dolorosa. Non ha più Courtois, Miranda e Diego Costa, ma Oblak, Gimenez e Griezmann sono assolutamente fenomenali, a dispetto della giovane età.

Diego Simeone è tutto ciò che uno sportivo vorrebbe essere: determinato, pronto al rischio, fedele alle proprie idee, temprato come l’acciaio nonostante le delusioni. I Colchoneros, il cui destino all’inizio della stagione pareva pressoché segnato, sono nuovamente lì, tra le prime 4 d’Europa, a cercare – una volta per tutte – di assicurarsi questa coppa che, altrimenti, potrebbe trasformarsi in una maledizione.

Il cholismo non è certo sponsor di un calcio spettacolare, ma la grinta e la concretezza degli uomini di Simeone sono quasi introvabili all’interno del panorama europeo. Che l’Atleti faccia della difesa la sua arma migliore è deducibile anche dai numeri: 24 gol subiti nella Liga e 5 in Champions (ha fatto meglio solo la Juventus). Ed è per questo motivo che, tra le tre semifinaliste, i biancorossi possono essere considerati la formazione più “italiana”: l’attenzione alla fase difensiva non dev’essere un modo per screditare il gioco di una squadra, perché anche questo è calcio (per chi non se ne fosse accorto).

PERCHÉ SÌ

Se far gol all’Atletico è molto difficile, farne uno alla Juventus sembra quasi impossibile. Sarebbe una sfida da giocare sul minimo dettaglio, tra due maestri di tattica: la spunterebbe, di fatto, il più meticoloso… e in Allegri we trust.

PERCHÉ NO

Il rischio è assistere ad una doppia sfida simile a quella della fase a gironi 2014-2015 (1-0 al Calderon, 0-0 allo Stadium), con due difese talmente perfette da rendere vani gli spunti dei vari Griezmann, Higuain e Dybala. L’Atletico è un osso durissimo sempre e comunque, una di quelle squadre che pochi allenatori vorrebbero incontrare.

SI VOLA SULLE GIOVANI ALI DI MBAPPÉ

Tra le 4, il Monaco è sicuramente quella che ha meno da perdere: i francesi sono giovani, frizzanti, spensierati e segnano tantissimo. Per contro, dietro concedono spesso e volentieri qualcosa di troppo agli avversari. L’uomo copertina (non ce ne voglia el Tigre Falcao, che sta pian piano tornando sui suoi livelli) è sicuramente il diciottenne Kylian Mbappé, il più giovane calciatore ad aver realizzato 5 gol nelle sue prime 4 apparizioni nella fase ad eliminazione diretta della Champions League. Si tratta del nuovo Henry? Sicuramente lo ricorda molto, anche se ogni paragone di questo genere va preso con le pinze. Ciò che è certo è che il franco-camerunense sembra aver già fatto un passo in più: si diceva che il futuro sarebbe stato suo, ma si sta già prendendo anche il presente.

Ma i monegaschi non sono soltanto Mbappé: Falcao, come detto, sta tornando a segnare con una certa regolarità; Fabinho è un tuttocampista che molte squadre vorrebbero al più presto accaparrarsi (vero, Napoli?); Bernardo Silva sta trovando la sua dimensione, a colpi di dribbling e assist (ben 10 in stagione). E poi c’è una difesa che, seppur con qualche gol di troppo sul groppone, ha i suoi punti di forza: l’ex capitano del Torino Glik, ma anche il terzino sinistro Benjamin Mendy, finito nel mirino – tra le altre – dell’Inter.

PERCHÉ SÌ

Se a questi livelli esiste effettivamente una squadra più “debole”, questa è sicuramente il Monaco. Non tanto per demeriti propri (come detto, i francesi giocano un calcio spumeggiante, che metterebbe in difficoltà chiunque… vero, Guardiola?), quanto per un certo quantitativo di esperienza che è assolutamente richiesto a questi livelli. E poi, gente come Cuadrado e Dybala potrebbe andare a nozze con una difesa aperta come quella di Jardim.

PERCHÉ NO

La squadra del Principato non ha più niente da perdere, visto che già arrivare in semifinale pare essere un traguardo tanto splendido quanto insperato alla vigilia. Ergo, giocherebbe a viso aperto, consapevole dei propri punti di forza e di quell’anarchia che, nei momenti di tensione, potrebbe tornare davvero molto utile.

 

E allora, non resta che darci appuntamento alle ore 12 di domani (venerdì 21 aprile), per seguire i sorteggi delle semifinali di Champions League, ovviamente in diretta su SpazioJ.

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