Il muro blaugrana del Camp Nou contro il muro bianconero della difesa. Barcellona-Juventus è tutta lì. Una sfida ad armi impari, se al sold out di un tempio del calcio come quello del Barça, sommiamo l’attacco atomico dei padroni di casa.
ATTACCO ATOMICO E MURO BIANCONERO
Neymar, Suarez e Messi ci hanno provato, dal primo minuto al 90′, senza sosta. Hanno macinato palloni sulla trequarti, cercando di trovare i corridoi giusti per infilare la retroguardia bianconera. Doveva essere la seconda remuntada di fila fra le mura amiche, dopo quella al Psg, ma di fronte c’è stato un altro muro pronto ad opporsi e a sopportare la carica catalana. Non a resistere, anche se nel conto della vigilia Massimiliano Allegri ci aveva messo di tutto. La Juventus di questi tempi non è abituata a concedere nulla, difficile credere che lo avrebbe fatto proprio in una gara del genere, nella notte del Camp Nou con una posta in gioco così alta.
E’ in queste partite, del resto, che campioni del calibro di Bonucci e Chiellini si esaltano dando il meglio in termini di organizzazione e sacrificio. Era questa la partita che la Juventus doveva fare, e l’ha fatta. All’inizio ci ha provato a spaventare il Barça con un atteggiamento aggressivo, cercando addirittura quel gol che le avrebbe consentito di affrontare con più serenità gli attacchi degli spagnoli. Poi, quando le forze fisiche sono venute meno, la difesa posta a protezione di Buffon ha eretto le sue mura, divenute sempre più solide col passare dei minuti.
ORGANIZZAZIONE, SACRIFICIO, CONCENTRAZIONE
Bonucci e Chiellini hanno dominato l’area di rigore, domando i tre campioni blaugrana con rispetto ma senza avere paura. Con attenzione ma senza affannare. Merito dell’organizzazione tattica e del sacrificio, ma anche della personalità di un campione come Dani Alves, che sulla fascia destra ha tallonato costantemente Neymar come nella gara di andata allo Stadium. Non un centimetro di troppo concesso a Messi, non un’occasione vera a Suarez. Chiellini e Bonucci hanno arpionato un’infinità di palloni nel mezzo, anticipando a più riprese gli scambi in velocità tentati sulla trequarti dai fuoriclasse di Luis Enrique. La Juventus ha contenuto il Barcellona, ma non lo ha sofferto.
CONTENERE SENZA SOFFRIRE
Il responso è tutto lì. Contenere senza soffrire, una differenza abissale che alla luce dei pochi pericoli creati da un attacco come quello blaugrana va rimarcata. Buffon ringrazia, intervenendo quando proprio non è possibile fare altrimenti, ma nel complesso sporcando poche volte i guantoni. A difenderlo sono i compagni di una vita in bianconero e in azzurro. A difendere il risultato non è altro che la coppia centrale della nazionale italiana. E in un certo senso l’Italia elimina la Spagna e il resto del mondo, perchè la scalata a quel muro l’hanno tentata proprio i maggiori talenti di Argentina, Brasile e Uruguay. Con la Catalogna sugli spalti a fare pressione, con la speranza che quel piccolo muro bianconero ne risentisse in qualche modo nel corso dei novanta minuti. Niente invece li avrebbe distolti dal mantenere inviolata la porta bianconera. Così doveva essere e così è stato. Ed è semifinale.
Rocco Crea (Twitter @Rocco_Crea)