Pazzo? Tanto. Lucido? Anche. Un ossimoro che calza alla perfezione con la figura di Dani Alves, giocoliere ancora per una notte. Non una qualunque: davanti il suo ex Barcellona, che in estate lo aveva scaricato senza troppe remore. “Nelle ultime stagioni sentivo sempre dire che Dani Alves se ne sarebbe andato, ma i dirigenti non mi dicevano mai nulla in faccia. Sono stati falsi e non mi hanno portato rispetto“, racconterà il brasiliano commentando il suo addio.
Un rapporto logoro, forse, di tanti anni di pazzia e imprevedibilità. Perché è così, una volta che sei diventato pazzo tutto quello che fai è considerato parte di quella pazzia: la giocata di fino superflua, le proiezioni offensive dannose.
Anche a Torino la prospettiva di Dani non è cambiata: sempre visto come l’incosciente di turno, capace di squilibrare il regolare ordine delle cose, generando il caos più assoluto. Tutto grazie alla sua genialità, forse troppa per un terzino.
E il vento di novità, si sa, ha sempre i suoi interrogativi.
Per questo ci sono voluti mesi per abituarsi all’idea di Dani Alves. C’è voluta una serata speciale. È servita la partita di ieri contro il Barcellona, stravinta 3-0 dalla Juventus, per attestare la bontà di un’operazione bistrattata e derisa prima d’ora.
Nella notte dei campioni e delle stelle, Dani Alves ha risposto presente: sì, nel gruppo di stelle bianconere c’è anche lui. Alex Sandro, Bonucci, Chiellini e… Dani Alves, una costellazione dalla forma definita e costante, ammirata da tutti. Della quale fa parte anche il nazionale verdeoro, finalmente!
This post was last modified on 12 Aprile 2017 - 18:17