Non ancora venticinquenne ma già tante responsabilità e trofei sulle spalle. Il più importante vinto proprio a Berlino, nella sua Germania, contro la Juventus di Buffon. Lui è Marc-Andrè ter Stegen, portiere tedesco del Barcellona classe 1992.
TER STEGEN: L’ESORDIO A MÖNCHENGLADACH
Trascorre la prima fase di carriera a Mönchengladbach , sua città natale, in una squadra difficile da nominare ma ottimale per la crescita del giocatore. Entra nel settore giovanile a soli quattro anni, quando a malapena la lingua è sciolta al punto di riuscire a dire “ich liebe dich” alla mamma. Nel 2010 esordisce con la maglia della seconda squadra del M’gladbach, ma il grande passo lo compie un anno dopo. Il 10 aprile 2011 l’allenatore del Gladbach Lucien Favre lo fa debuttare in Bundesliga nel derby contro il Colonia, partita vinta per 5-1. Da lì in poi per Marc-Andrè sarà solo una parabola ascendente. Pian piano si ritaglia un ruolo sempre più importante all’interno della squadra, diventando il portiere titolare nella stagione 2011-2012, che culminerà col quarto posto in Bundes e dunque l’accesso ai preliminari di Champions.
LA MATURITA’ AL BARCELLONA
Le sorprese però sono dietro l’angolo. L’estate successiva il Barça, invaghita dal tedesco, bussa alle porte del Borussia Mönchengladbach. La trattativa si concluderà con esito positivo, soprattutto per ter Stegen, finalmente in un club di assoluto livello. I catalani lo acquistano per 15 milioni, ma subito inseriscono una clausola da 80 a dimostrazione della fiducia in Marc-Andrè. Il titolare è però Claudio Bravo e lui deve “accontentarsi” di giocare solo in Champions. Proprio il 6 giugno, a Berlino, vincerà il suo primo grande trofeo da protagonista.
LA STIMA PER BUFFON, L’AFFETTO DI LEHMANN
A Berlino, scusando il gioco di parole, ebbe il piacere di provocare un dispiacere al suo idolo di sempre. Per un portiere l’identikit non potrebbe che corrispondere a Gigi Buffon. Proprio pochi giorni prima di incontrarlo nuovamente in occasione dei quarti di finale di Champions, il tedesco si è lasciato andare, in un’intervista a Tuttosport a parole di stima verso il collega bianconero.
“E’ una leggenda, non solamente in Italia, ma in tutto il mondo. Sta giocando ancora in una età in cui normalmente non si riesce più a offrire certi livelli di rendimento, e invece lui… Sta dimostrando a tutti che è possibile farcela: offre grandi prestazioni. Per me è un idolo, lo è per tutti i portieri. Ed è una buona persona”. In queste righe si legge tutta la stima che ter Stegen nutre nei confronti del campione juventino, ma non solo. Buffon rappresenta per lui un punto di riferimento, soprattutto per l’eternità delle sue gesta. Proprio per questo stasera sarà un suo osservato speciale, nel tentativo di emularlo il più possibile.
Il paragone ricorrente è però quello con Manuel Neuer, anch’egli tedesco. I due portieri condividono una grande intelligenza tattica che spesso li porta a rivestire il ruolo di libero, una spiccata propensione alla regia del gioco (e non potrebbe essere altrimenti se giochi nel Barcellona) ed un’elasticità felina quasi indistinguibile. Malgrado le tante similitudini, un mostro sacro tedesco come Lehmann ha dichiarato di preferire il nativo di Mönchengladbach. “Sono due portieri fantastici ma credo che Marc-Andrè ter Stegen sia leggermente meglio di Manuel Neuer.”
Ter Stegen ringrazia la leggenda tedesca ma adesso dovrà dimostrare le veridicità delle sue parole in campo. Per il tedesco nessun banco di prova potrebbe essere più probante del destro di Higuain e Pjanic e del sinistro di Dybala.