Tre a zero. Capito? Tre a zero. La Juve schianta, annienta e annichilisce il Barcellona: non c’è storia, allo Stadium. Non c’è mai stata. È una serata che resterà negli annali e nei cuori: questa Juve, dopo stasera, può tutto. E non c’è risposta più bella, certezza più nitida: ora questa squadra è artefice unica del proprio destino.
BUFFON 7
Una manata che scaccia i pensieri, le paure, le disillusioni. Iniesta tocca preciso: lui non solo para, quasi smanaccia e quindi salva. Con un’intelligenza superiore, come richiedono i supereroi, come il ragazzino scapestrato d’un tempo: ma quale tecnica, tutto sulla sostanza. Chiedere a Suarez per credere: poi dicono che i miracoli non esistono.
DANI ALVES 6.5
Quel giallo dopo quasi 30 minuti stona, e un po’ lo macchia. Ma Dani si riprende: con scorribande e particolare attenzione indietro. Mezza pecca: quello sguardo furtivo e innocente ad Iniesta, che poi s’infrange su Buffon. Graziato.
BONUCCI 6.5
D’anticipo e di forza. Avete notizie di Neymar? Da nessuna parte regge il dominio Barça: non esiste, con quei due lì dietro. Nei novanta minuti è un martello che non inchioda false speranze: sa solo inchiodare al tappeto quel blaugrana sbiadito.
CHIELLINI 8
Le sbavature come parte del repertorio. La forza bruta, pure. E il colpo di testa, infine. Magico, Chiello: che stavolta il Barcellona l’affronta, e lo fa alla perfezione. Quella testata con cui arpiona il 3-0 è l’immagine più bella, l’istantanea ideale: contro la malasorte, si va di prepotenza.
ALEX SANDRO 7.5
Impeccabile dietro, di gran classe in avanti: sgaloppata dopo sgaloppata, propone calcio e si cimenta nell’impresa delle imprese. E sì, l’annulla pure, Messi. E sì, incrementa certezze e sogni. E pensare che alla vigilia sembrava in ballottaggio: oggi è forse l’elemento più costante dell’intera annata.
KHEDIRA 6.5
Quel destro con cui sfiora l’incrocio è l’esempio perfetto di cosa sia diventato Khedira questa stagione: Re Mida. Davvero, tutto quello che tocca, diventa oro. O al massimo un pallone giocabile, per lui di certo ‘smistabile’. Dà equilibrio e palloni, sostanza e qualità. Stratosferico.
PJANIC 6.5
Serviva qualità: ha dato pure l’anima, combattendo lì in mezzo con il fare del Gladiatore e da buon messaggero di gioco. Raduna palloni, in mezzo. E si ributta ai lati se in mezzo trova il dannato traffico. Con intelligenza, Mire: finalmente.
(dall’88’ BARZAGLI s.v.)
Ultimi minuti, toccava tener duro. Lavoro perfetto per Barza.
CUADRADO 7
Variante impazzita, quel di cui la Juve aveva bisogno in una serata da luci fisse e costanti. Serve Dybala per la prima rete, poi parte e raccoglie multe per eccesso di velocità, di qualità, di costanza. L’uomo imprescindibile si conferma anche stasera, brillando più di tanti nella notte delle stelle.
(dal 72′, LEMINA 6)
Ritrovarsi in questo Juve-Barcellona è già di per sé una vittoria: e lui incide, più o meno. Nei limiti del possibile e del ‘difendibile’. Bene così.
DYBALA 8.5
Ci sono linee sottili che non vanno oltrepassate. Come i paragoni, ad esempio. Che spesso distruggono, quasi mai creano. Eppure stasera non è possibile non farne: tra quel dieci lì, campione di tutto, e il giocatore che più gli assomiglia, che meglio ripercorre le sue orme. Dybala batte Messi: lo fa con un doppio sinistro micidiale, con mille chilometri in più, con la qualità sopraffina degna di un Pallone d’Oro. Se ci sono serate adatte a consacrare nell’olimpo del calcio, questa lo era: la Joya ora guarda tutti, o quasi, dall’alto.
(dall’80’ RINCON 6)
Serviva un mastino: era lui, l’uomo più indicato. Fearless, no? I motti non si scelgono a caso.
MANDZUKIC 7
La sua vita si compone di traversate da una linea all’altra, di musi duri e di testate ad alta quota. Se non ci fosse, questa Juve non sarebbe così devastante, così quadrata e compatta. Dà equilibrio, e pure manforte. E non contento, azzanna la partita in ogni fase che gli si pone davanti.
HIGUAIN 6
Sciupa e impreca, si rialza e combatte. Poi di nuovo: quanto fa male, quell’errore. Archiviato dalla testata di Chiellini, vero: ma resta uno sbaglio non da lui, da mangiarsi le mani. E siamo sicuri che non penserà ad altro, una volta goduta la vittoria. Al ritorno, senza paura Pipita: la Juve ha bisogno soprattutto di te.
ALLEGRI 7.5
Ha ragione lui. In ogni caso, in qualsiasi situazione: ha ragione lui. Ad inserire la formazione titolare, a rischiare un Mandzukic non al meglio, a far fuori Marchisio. Ha ragione lui a credere in questa Juve, a tener saldi i nervi e le redini di una partita che poteva scivolare via da un momento all’altro. Ha ragione lui che questa squadra la merita e l’ha fatta propria: più di tutti.
Cristiano Corbo
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