Ci siamo, più o meno: Juve-Barcellona è vicina. Sarà uno snodo cruciale per questa Champions League, comunque vada. Gabriel Sans, una delle firme del Mundo Deportivo, per parlare della partita.
Tanti i temi toccati: dalla percezione che l’ambiente blaugrana ha della Juve ai metodi per battere il Barça. Una chiacchierata interessante, per entrare nel vivo di questo quarto di finale.
L’immagine della Juve è quella di una squadra lontana dal tradizionale ‘catenaccio’. Non si basa solo sulla solidità difensiva, ma anche su un gioco che combina controllo, possesso ed efficacia.
Un tipo di calcio che è valso cinque Scudetti negli ultimi anni.
Una difesa ferrea e disciplinata, un centrocampo di lusso e un attacco d’impatto, sul quale il Barça ha messo gli occhi. Rakitic ha già detto che la Juve è tra le migliori squadre del mondo. Il ricordo della finale del 2015 è ancora vivo.
Sì, è mancato al Barça. Luis Enrique ha preferito investire in André Gomes, pensando che Sergi Roberto, centrocampista adattato a terzino, e Aleix Vidal, un difensore messo in discussione, potessero bastare.
Anche se i risultati non sono stati cattivi, la squadra ne ha risentito. Dani aveva, soprattutto, un buon feeling con Messi.
Molte squadre hanno studiato e appreso sistemi e meccanismi del Barça. Come ha fatto il Psg, nell’andata degli ottavi di finale, pressando poi molto dietro per impedire l’uscita palla al piede e asfissiando il centrocampo.
Ma Luis Enrique, per controbattere, ha cambiato il sistema: ha optato per una difesa a tre, con più gente a centrocampo, così da assicurarsi il controllo e la palla.
Non sono un allenatore, ma per superare la difesa juventina non c’è tridente migliore di Messi, Suarez e Neymar.
Il Barça cercherà di isolare il centrocampo ed evitare palle per attaccanti così determinanti come Dybala.
Gli acquisti degli ultimi due anni non hanno migliorato eccessivamente la grande squadre che c’era già. Umtiti si è inserito bene in difesa e Sergi Roberto, da terzino destro, non è Dani Alves.
Il centrocampo che funziona davvero è formato da Rakitic, Iniesta e Busquets – quest’ultimo è ancora il pilastro del Barça. Se non sta bene, si nota. E davanti c’è la MSN.
Pochi cambi dal 2015, ma tutti sono due anni più vecchi.
Ha lasciato scappare il primato in Liga, perdendo molti punti al Camp Nou e senza fare bene contro nessuna squadra della media-bassa classifica.
Nonostante tutto, è finalista nella Copa, dopo aver eliminato squadre spigolose: Luis Enrique ha dovuto schierare i titolari per riuscirci.
In Champions, la sconfitta contro il Psg a Parigi ha fatto male. Al ritorno, però, il Barça è tornato alla sua versione migliore e, soprattutto, ha recuperato la fiducia. Dal 6-1 al Psg, si vede capace di tutto: anche di fare il triplete, di nuovo.
This post was last modified on 23 Aprile 2024 - 13:23