Un’altra finale di Coppa Italia, la terza consecutiva. Come mai era riuscito alla Juventus. Un altro piccolo passettino verso la storia fatto dalla squadra di Max Allegri, che è riuscita in modo ottimale a gestire nei primi 60′ il vantaggio dell’andata, aumentandolo ancora. Purtroppo, però, ancora una volta, come nella gara di Napoli, la gestione della seconda parte di gara è stata negativa.
SUPPONENZA E PRESUNZIONE
Dopo il secondo vantaggio, firmato ancora Gonzalo Higuain, la Juventus è sembrata adagiarsi sugli allori. Supponenza e presunzione, che vedono come metafora più immediata l’errore di Neto. Un infortunio che può assolutamente capitare, ma che è emblema della gestione poco oculata dell’ultima mezz’ora juventina. Un atteggiamento poco consono che ha permesso al Napoli di rientrare in partita, cercando l’insperata rimonta che avrebbe avuto dell’incredibile.
TESTA SEMPRE SULLE SPALLE
In vista di incontri molto importanti – no, non è velato il riferimento al Barcellona – non è possibile abbassare la guardia in questo modo, soprattutto in casa di una delle squadre più forti della Serie A, il Napoli di Sarri. In uno stadio molto caldo, contro una squadra che, contro la Juve, gioca ovviamente sempre la partita della vita, queste situazioni sono assolutamente da evitare. E, infatti, il gol del 3-2 è arrivato, infuocando un finale e facendo letteralmente infuriare Allegri, sembrato ancor più irato del solito.
ORA ARRIVANO I MARZIANI
Un discorso importante, per un semplice motivo: tra una settimana arrivano a Torino i marziani. Gli illegali, come diceva qualcuno. Se, contro il Napoli, un paio di tempi (i secondi della partita di campionato e di Coppa Italia) è stato possibile regalarli, contro il Barcellona dare una falange consisterebbe nel far sì che i blaugrana prendano non tutta la mano, ma tutto il corpo. Serviranno testa, cuore e gambe, ma non solo: servirà personalità e concentrazione, senza presunzione.