Odiato, insultato, molto probabilmente fischiato. Non deve essere stata una settimana facile per Higuain, non sarà, in generale, una partita facile. Fino ad ora, contro il suo Napoli, ha dimostrato di avere molto sangue freddo, bucando la porta due volte su due occasioni. Ma stavolta, il match, sarà al San Paolo. Dove non è rispettato, dove non sarà ricordato per tutto quello che ha dato. Ma siamo sinceri: la sua scelta è stata così strana?
MERCENARIO? MA DOVE?
Uno dei primi pensieri da parte della tifoseria napoletana è stato che Higuain abbia preferito i soldi rispetto alla maglia. Alcuni, anche dopo le dichiarazioni di De Laurentiis – “Gli avevo offerto più soldi di quanti ne guadagna alla Juve” – lo credono ancora. Come si fa a tacciare di essere mercenario un uomo che fa questa scelta? Essere mercenario, nel 2017, significa trasferirsi per guadagnare molto più di 7,5 milioni all’anno. In Cina ne avrebbe guadagnati il triplo, se non il quadruplo; in Inghilterra, anche in una seconda non di prima fascia in Europa, anche il doppio. Nella sua storia, inoltre, Higuain non ha mai dimostrato di essere attaccato ai soldi: così fosse stato, non avrebbe mai accettato un passaggio dal Real Madrid al Napoli. Logica.
NIENTE RICONOSCENZA
“Gli abbiamo dato tutto, ci ha ringraziato trasferendosi da quelli lì.” Pensiero che si espande, a macchia d’olio, dopo il passaggio di Higuain alla Juventus quest’estate. Ma non regge. Sono i tifosi del Napoli a non ringraziare un calciatore che ha dato tutto per la maglia del Napoli, ha segnato tantissimi gol, ha regalato loro due trofei, vinti con la squadra, addirittura piangendo per la squadra in più di un’occasione. Meriterebbe gli applausi, invece la realtà viene capovolta e viene visto come un traditore. Un traditore che ha fatto una scelta di vita: a 28 anni, dopo essersi rilanciato e aver fatto il possibile per permettere la realizzazione di un sogno in terra campana, ha scelto di mettersi in gioco in una grande piazza, per dimostrare di essere un centravanti top mondiale e riuscire a vincere qualcosa di importante. Trattasi di ambizione.
Bisognerebbe semplicemente mettere da parte l’ipocrisia e dire le cose come stanno. Caro Pipita, ti abbiamo apprezzato in questi anni, ma alla Juve proprio non ci dovevi andare. Senza scuse campate in aria. La verità è sempre ben accetta. Higuain sarebbe potuto andare al PSG, come hanno fatto Lavezzi e Cavani, o all’Arsenal, anche con le stesse modalità. Non sarebbe stato odiato. Il problema è la Juve, non il Pipita.
INGRATITUDINE PARTENOPEA
Non reggono nemmeno le richieste di “saluto” e l’accusa di essere andato via “come un ladro, di notte”. Higuain ha sì realizzato una parte delle visite mediche a Madrid, di notte, ma ha tranquillamente sostenuto la seconda parte di esse allo JMedical, parlando poi della sua scelta in conferenza stampa. Alla luce del sole, dunque. E, ancora, in questo calcio, quale persona saluta i suoi tifosi prima di lasciare la squadra? Non ci sono più le bandiere, ci sentiamo dire. Higuain non lo è stato e mai lo sarà, vista soprattutto la sua provenienza. Sono ancor più rare, infatti, le bandiere che non nascono tifose di una squadra. Il Pipita non è un tifoso del Napoli né della Juventus, ma è semplicemente un professionista, il quale ha dato tutto per la maglia con cui ha giocato sempre. Ma a Napoli non è apprezzato, almeno non più. A questo punto, però, ci sentiamo di dire che il problema non è suo.