Alla fine è 1-1: un pareggio tutto sommato giusto, che accontenta tutti, o quasi. Buon avvio dei bianconeri, subito in vantaggio con la 5^ rete in campionato di Khedira; dopodiché, sale in cattedra l’organizzazione difensiva della Juventus: il Napoli prova a creare, ma sbatte quasi sempre sul muro di Buffon e compagni. E una sola disattenzione, dopo un’ora di gioco, ha consentito ad Hamsik di pareggiare, dando ragione alla pressione offensiva degli azzurri.
IL PRIMO TEMPO: SORPRESA LEMINA, CE LA FA MANDZUKIC
Il 4-2-3-1 schierato da Allegri è assolutamente inedito, visto che non sono della partita né l’acciaccato Dybala né Cuadrado ed Alex Sandro; ce la fa, invece, Mandzukic. A destra c’è Lemina, sulla trequarti Pjanic con Marchisio accanto a Khedira. 4-3-3 classico, invece, per Sarri, con Allan preferito a Zielinski e Rafael che sostituisce l’infortunato Reina.
La gara inizia con l’arbitro che chiede ad Higuain di togliere il braccialetto portafortuna, che il Pipita abbandona non prima di un bacio; per il resto, ci sono solo gli attesi fischi per l’argentino. Dopo i primi minuti di gara, in cui i bianconeri (per l’occasione, in maglia blu) paiono poco sicuri nella gestione del pallone, arriva il lampo: break di Khedira, bello scambio al limite con Pjanic e staffilata sotto il braccio del portiere brasiliano del Napoli. 1 a 0 e palla al centro. Il Napoli subisce il contraccolpo psicologico, ma prova subito a riordinare le idee, gettandosi quasi a capofitto dalle parti di Buffon. Non prima, però, di aver assistito alla prima bella giocata di Higuain: numero su Hysaj sulla linea di fondo, cross per l’accorrente Mandzukic che, però, viene anticipato da Koulibaly in corner (15′).
Il simbolo dell’ordine difensivo del primo tempo juventino è sicuramente Chiellini, che disputa una gara eccellente, presidiando al meglio l’area di rigore. Unica pecca, un errore dovuto alla troppa confidenza col pallone, dopo il quale Hamsik non riesce a centrare lo specchio della porta. Al 21′, però, è proprio Chiellini a salvare: Callejon sfugge ad Asamoah con un taglio dei suoi, ma il centrale della nazionale lo anticipa, spedendo palla in calcio d’angolo. Altro episodio da sottolineare al 27′: Insigne prova una percussione centrale, ma la difesa della Juve si stringe tutta attorno al numero 24, chiudendo ogni linea di passaggio e togliendogli l’aria per respirare e, dunque, creare pericoli.
Da sottolineare perché, nonostante una spinta modesta in avanti, la Juventus gioca un primo tempo ordinato, con personalità, senza mai buttare palloni e si dimostra praticamente perfetta in fase di non possesso. E questo è un dato da non trascurare, a dimostrazione del fatto che la miglior difesa della Serie A (e una delle migliori d’Europa) tiene alla grande un attacco che, prima di stasera, vantava 68 gol in 29 giornate. Al 31′ occasione per il Napoli: Mandzukic tiene poco (e male) Hysaj, che scappa via e serve Mertens al centro dell’area, il quale destina all’accorrente Hamsik che calcia ancora una volta fuori. Ma lo slovacco sembra uno dei più attivi, ovviamente insieme ad Insigne, il quale prova un gol dei suoi al 40′.
LA RIPRESA: ARRIVA IL PARI DI HAMSIK
Nel secondo tempo sembra in palla il gabonese Lemina, con buone iniziative palla al piede: ma è un fuoco di paglia. Al 50′, Mertens recupera un grande pallone nella sua metà campo (contrasto su Higuain), facendo ripartire il contropiede azzurro: Insigne raccoglie la sfera, calcia a giro sul secondo palo ma la mira è, ancora una volta, imprecisa. Qualche minuto dopo, il Napoli segna: Mertens calcia centrale, Buffon respinge e Callejon è pronto per il tap-in. La bandierina dell’assistente, però, si alza: i replay danno ragione al fischio arbitrale. Questo, però, è soltanto l’antipasto della rete del pari: al minuto numero 60, l’unica disattenzione della difesa juventina è punita con il piazzato di Hamsik, che sfrutta al meglio una bella imbucata di Mertens (è Asamoah a salire male).
Dopo il gol dell’1-1, Allegri prova ad affidarsi a Cuadrado per Lemina. Ma il colombiano entra maluccio in partita, con parecchi spunti privi di brio e molti palloni sbagliati. Il rischio più grande dell’intera gara arriva al 64′: errore di Asamoah in disimpegno, anticipo di Mertens su Buffon e palo colpito – dalla linea di fondo – dal folletto belga. Allegri capisce la sofferenza dei suoi, chiedendo a Pjanic di iniziare a giocare da regista: la Juve si mette a specchio rispetto al Napoli.
A metà tempo entra Zielinski per Allan (uno dei migliori): i partenopei vogliono provare a vincerla. Ma accade poco altro, se non per un tentativo della Juventus di rialzare il baricentro; tentativo, però, che non va a buon fine. Dopo è girandola di cambi: Rog per Hamsik (non al meglio), Ghoulam per Strinic e Dybala per Marchisio, con ritorno al 4-2-3-1. Ma l’argentino non si vede praticamente mai, se non per due falli di mano consecutivi. Più tardi esce anche Pjanic, lasciando spazio a Rincon: il ritmo, però, cala vistosamente. E gli allenatori se ne accorgono per primi.
L’ultimo squillo è ancora del Napoli: splendida verticalizzazione di Zielinski per Callejon che, con un altro taglio magistrale, mette i brividi a Buffon; la sua sponda di testa, però, si perde sul fondo. Orsato (che ha fischiato molto poco, quasi all’inglese) concede 3 minuti di recupero, dopo i quali decreta la fine della partita: un punto che, come detto, dovrebbe accontentare un po’ tutti.
Il primo capitolo di Napoli-Juventus è archiviato: mercoledì sarà da dentro o fuori, per assicurarsi la finale di Coppa Italia.