Marcello Taglialatela, uno dei membri della Commissione Antimafia, a Mattina 9 ha voluto rispedire al mittente ogni possibile accusa di parzialità in merito all’inchiesta che riguarda anche la Juventus. Queste le sue parole: “Dimettermi? Non ci penso nemmeno. La mia intervista a La Zanzara ha fatto molto discutere, ma vorrei sottolineare come a finire sotto attacco non sono stato io ma la Commissione Antimafia che si è occupata della Juventus, quasi fosse un reato di lesa maestà ascoltare il legale della società bianconera Chiappero“.
ATTEGGIAMENTO SUPERFICIALE
“Nei prossimi giorni in Commissione ascolteremo anche il presidente Andrea Agnelli, non come imputato ma come persona che ci possa raccontare quanto accaduto. Sta emergendo, nella migliore delle ipotesi, un atteggiamento di superficialità che la dirigenza bianconera ha avuto con alcuni capi della tifoseria nella gestione dei biglietti e questo avrebbe portato a rapporti diretti e continuati con un capo ultras che si è scoperto legato alla ‘ndrangheta. L’Antimafia ha il dovere di approfondire queste questioni per evitare che si ripetano in futuro” sottolinea Taglialatela, tifoso napoletano e di cui è circolata una foto con una sciarpa offensiva nei confronti della Juve.
LA SUA DIFESA
“Si tratta di un’immagine privata che ritrae un momento goliardico. Di sicuro c’è un giudizio morale negativo nei confronti di una società a cui sono stati revocati due scudetti e quindi va tenuta alta l’attenzione per evitare che si possa ripetere in futuro. Affrontare le questioni che riguardano una squadra molto amata in Italia e che ha un potere economico che va oltre l’aspetto sportivo fa sempre un po’ paura, quello che sta accadendo in questi giorni ne è la riprova”.