“Ho una valutazione estremamente negativa contro chiunque si macchi di illeciti sportivi. La Juve, una società che si è macchiata di illeciti sportivi, merita quel coro (Juve m…, ndr)”. Musica e parola di Marcello Taglialatela, commissario dell’Antimafia che in questi giorni è passato alla ribalta per le becere parole pronunciate nei confronti della Juventus. A volte, però, bisognerebbe pesare bene le parole. Tralasciando gli insulti denigratori su cui è inutile tornare e la clamorosa bufala, smentita molte volte, della Exor che “finanzia” Eurovita (lo sponsor degli arbitri), ancora una volta Taglialatela ha mostrato disinformazione. Perché? Beh, la storia non mente: fu il “suo” Napoli a essere retrocesso per la prima volta per illecito sportivo.
Ecco cosa si legge su Wikipedia: “Il Napoli terminò la stagione 1947-1948 con la retrocessione, venendo condannato anche all’ignominia dell’ultimo posto per un tentativo di corruzione nella partita contro il Bologna; la seconda retrocessione della storia partenopea non fu accettata serenamente dalla società, che si rivolse alle assemblee estive per recuperare a tavolino la categoria, appellandosi all’«orgoglio meridionale» e a presunti torti arbitrali contro varie squadre del Sud supportati a proprio dire da prove cinematografiche, fino a proporre al Consiglio Federale il voto per la messa a disposizione di un ventunesimo posto per la successiva stagione della massima serie. A questa proposta la Lega Nazionale e i suoi organi di giustizia sportiva reagirono duramente, condannando la società azzurra per una tentata corruzione dei dirigenti bolognesi e chiudendo definitivamente la partita. La vicenda degenerò in una guerra aperta: i partenopei convocarono un’assemblea per spostare la Lega a Firenze, accusandola senza mezzi termini di essere un «cartello settentrionalista», mentre la Lega deferì nuovamente la società partenopea per calunnie rivolte al presidente Pedroni, cui il Napoli rispose con una querela presso la giustizia ordinaria. A quel punto alla FIGC non rimase che intervenire coercitivamente, imponendo ai campani la resa incondizionata pena la radiazione dal calcio italiano.”
Il Napoli, dunque, per cercare di impedire la retrocessione, corruppe alcuni dirigenti del Bologna al fine di vincere un match. Il risultato fu la relegazioni all’ultimo posto, l‘inibizione a vita a ricoprire incarichi ufficiali per il Presidente Giuseppe Muscariello e alcune squalifiche, anche a vita, per i dirigenti.
E con questo? Con questo non è di sicuro nostra intenzione quella di voler screditare la storia del Calcio Napoli, ma quella di offrire un po’ di informazioni al Commissario Taglialatela. Se proprio egli pensa che una società che si è macchiata di illeciti sportivi merita di essere denigrata come sta facendo da giorni, allora sappia che la prima ad averlo fatto è proprio il Napoli. Dopo le bufale secondo le quali la Juventus riceverebbe più favori arbitrali delle altre squadre, che la FIAT paghi gli arbitri e che gli stessi sono stati “chiusi nei bagni”, ancora una volta la storia, quella vera, dà torto al Commissario. Un po’ di ripasso non potrebbe che fargli bene.
This post was last modified on 30 Marzo 2017 - 20:16