Domenica mattina un pullman con all’interno un gruppo di tifosi campani della Juventus, che raggiungevano Genova per assistere alla sfida contro la Sampdoria, è stato letteralmente assalito da una serie di minivan e auto guidati da un gruppo di tifosi del Napoli. Anche il quotidiano Il Mattino ha raccontato la scena, quasi da Far West, all’interno dell’edizione cartacea odierna.
In esclusiva la redazione di SpazioJ.it ha ascoltato chi la situazione l’ha vissuta dal vivo.
TIFOSI JUVE AGGREDITI
L’agguato al pullman con 24 sostenitori bianconeri residenti in Campania è avvenuto all’altezza di Arezzo.
Il bus è stato preso a sprangate da un gruppo di teppisti diretto a Empoli per assistere alla sfida del Napoli. Il tutto avvenuto in autostrada ad alta velocità. Una Fiat 500 L si è posizionata addirittura davanti per provare a rallentare la corsa.
Colpito da spranghe ed oggetti vari, il pullman ha subito danni alla carrozzeria. All’interno dell’autoveicolo bianconero, i tifosi della Juve hanno subito allertato la Polizia che ha dopo poco individuato la vettura Fiat 500 L degli ultras napoletani, poi fermata nei pressi di Empoli. I tifosi azzurri sono stati immediatamente identificati. C’è da dire, inoltre, che in nessun modo i tifosi della Juventus si sono fermati in Autogrill per cercare un ulteriore scontro fisico.
La cosa che salta agli occhi, ma poco alla cronaca però, è che in un certo modo entrambe le tifoserie pare abbiano voluto placare le reazioni dopo il vandalico speronamento. Come se avessero voluto smorzare un po’ i toni. Perché? Da tempo immemore si sa che esiste uno specifico codice all’interno dei gruppi ultras. Regolamento dei conti? No, ci confermano fonti certe, semplicemente la volontà di lasciarsi un brutto accaduto alle spalle.
Michele Ranieri