Il massimo risultato col minimo sforzo, come si suol dire. La trasferta di Marassi – e Allegri l’aveva detto – si è dimostrata particolarmente insidiosa: una squadra in salute che, pur senza un gioco spumeggiante, ha dato del filo da torcere ai campioni d’Italia. Alla fine, come da costante delle ultime stagioni, il risultato finale è stato di 0-1: dopo Tevez e Vidal, il match winner di stavolta è il colombiano Cuadrado (curiosità: stasera sarà ospitato dal connazionale Muriel, in ombra oggi).
SI PARTE CON UNA DIFESA INEDITA
Sì, perché è stata questa la grande novità della domenica: a riposo Bonucci (diffidato), Lichtsteiner, Alex Sandro e Chiellini (ancora acciaccato), per lasciare spazio a Dani Alves, ancora titolare, Rugani, Barzagli e Asamoah. Nei primi minuti, quelli definiti “di studio”, è l’ex Quagliarella il più attivo (colui che sarà il migliore dei suoi): il primo vero tentativo della gara si spegne alla destra di Buffon. Nemmeno il tempo di disperarsi che, però, tale disperazione tocca livelli molto più alti: Mandzukic riparte sulla sinistra, serve l’accorrente Asamoah che crossa per il colpo di testa di Cuadrado che vale il vantaggio bianconero (la Juve si conferma letale nei primi quarti d’ora). Ed è proprio il ghanese una delle note più positive del primo tempo: il modulo blucerchiato (4-3-1-2) lascia grande libertà ai terzini bianconeri, che entrano spesso e volentieri in possesso di palla.
Le occasioni per la Juve, nel corso della prima frazione, sono parecchie, come quella capitata a Mandzukic (errore a porta vuota) o ad Higuain(18′), dopo uno sciagurato retropassaggio di Linetty. Piccolissimo appunto a Pjanic: partita magistrale la sua, con assist deliziosi (come quello per Higuain, in fuorigioco) ed estrema precisione nei passaggi corti, ma pecca ancora un po’ in fase di uscita. Continuando a giocare in questo ruolo, però, le imprecisioni verranno meno.
Momento-chiave al 27′: Dybala si accascia a terra a causa di un indurimento al flessore della coscia destra. Allegri manda subito in campo Pjaca (con Mandzukic spostato al centro), ma l’infortunio – per quanto preoccupante – non sembra di grave entità. Com’è capitato già tante volte nel corso di questo campionato, in assenza dell’argentino la manovra perde in fluidità.
La Samp, nel primo tempo, non crea particolari pericoli alla porta di Buffon, che blocca in due tempi una conclusione di un abulico Fernandes e osserva una delle classiche rovesciate di Quagliarella terminare sul fondo. Cuadrado, intanto, continua a far impazzire la difesa blucerchiata: quando il colombiano è in giornata, grazie alla sua freschezza di gambe e alla rapidità nel primo passo, i difensori avversari sembrano davvero inermi. Nel finale di tempo i bianconeri legittimano ancora il vantaggio, prima con un tentativo di scivolata di Khedira su tracciante di Pjaca e poi con una conclusione di sinistro di Higuain (anche lui un po’ impreciso oggi) respinta da Puggioni.
LA RIPRESA: QUALCHE SOFFERENZA
La Sampdoria entra in campo nel secondo tempo con maggiore aggressività, costringendo – di fatto – i bianconeri a giocare su 2 linee: complice il cambio offensivo (Schick per Fernandes), la pressione dei padroni di casa aumenta. Ma c’è comunque da sottolineare come, nonostante la maggior presenza nella metà campo juventina, le occasioni per la Samp non fioccano e i rischi corsi da Buffon sono praticamente nulli. Proprio di Buffon bisogna parlare adesso: con lo scoccare del minuto 65, il portierone bianconero ha superato Boniperti per numero di minuti giocati in Serie A con la maglia della Juventus (39681). Chapeau. Questo strepitoso record, però, stava per essere “rovinato” dal talentino Patrik Schick: filtrante di Muriel (una delle sue poche azioni degne di nota) per il compagno che, al momento del tiro, viene anticipato da un prodigioso intervento in scivolata di Asamoah. In quest’occasione, inoltre, il numero 14 si infortuna alla caviglia: dopo qualche minuto di stoico tentativo di restare in partita, al suo posto entra Djuricic.
La Juve riesce a ripartire poco: Pjaca non dà quella spinta in più sulla fascia sinistra, Dani Alves pare inutilmente troppo nervoso e Mandzukic ed Higuain sono poco puliti nelle loro giocate. Per dare più dinamismo, Allegri inserisce Lemina per Cuadrado e Lichtsteiner per Higuain, ma i suoi calciatori tendono costantemente ad abbassarsi ulteriormente: ciò provoca un climax dell’ira del tecnico livornese, assolutamente imbestialito nel finale di partita. Inaccettabile, a suo dire, soffrire così tanto e non ripartire con efficacia: non siamo ai livelli della gara col Carpi, ma poco ci manca.
ANCHE GIOCARE DA PROVINCIALE VUOL DIRE ESSERE GRANDE
Sì, perché gli ultimi 20 minuti della gara di Marassi possono esser descritti proprio così: una provinciale che difende un risultato insperato, con le unghie e con i denti. Ma anche questo significa essere forti: adattarsi all’avversario, gestire le risorse fisiche, non strafare se si può portare comunque il risultato a casa. La Juve vince ancora, ed è questo l’importante.