La Juve non smette mai di migliorarsi e di stupire, da sei anni mantiene un ruolino di marcia unico in Europa grazie ai cinque scudetti consecutivi. Bayern, Barcellona, Real e PSG non hanno saputo fare di meglio. I bianconeri si sono confermati di anno in anno, trasformandosi in una macchina spietata e affamata di vittorie. Uno dei motivi, dati alla mano, è rappresentato dalla capacità (unica) di espugnare gli stadi avversari, collezionando punti pesantissimi.
Uno dei, se così possiamo chiamarli, punti dolenti di questa stagione.
La squadra grazie ai 67 punti può guardare tutti dall’alto verso il basso, ma 42 di questi sono stati ottenuti allo Stadium, confermandosi una roccaforte semi-inespugnabile. Quindi, se la matematica non ci inganna, sono “solamente” 25 quelli in trasferta, un calo non troppo significativo rispetto allo scorso anno.
La differenza sostanziale è data dai gol segnati e soprattutto da quella voglia di dominare, di non concedere neanche un centimetro, di essere sempre in controllo in ogni parte del campo che sembra mancare sin qui.
20 gol segnati in 13 uscite, pochi rispetto ai 32 del Napoli e ai 24 dell’Atalanta, per citarne due.
Dybala, eletto miglior giocatore del mese, potrebbe essere una causa di questa (mini)involuzione offensiva che sembra aver colpito la Juve? Questione di prospettive, se è vero che l’apporto in zona gol è calato, è altrettanto vero che la sua nuova posizione ha dato freschezza ed estro al gioco.
Cerchiamo di fare chiarezza. La Joya ha segnato sette gol sin qui, ma ha mandato in gol i compagni ben cinque volte ed ecco spiegato come Allegri ha trasformato l’argentino, rendendolo un vero e proprio jolly offensivo.
Niente allarmismi insomma, Paulo è sempre lo stesso. La grazia con cui tocca il pallone, la facilità con cui crea superiorità numerica e le giocate che in una frazione cambiano la partita non possono essere quantificate da semplici numeri.
L’unico, dunque, problema che realmente ha rallentato la squadra è stato l’inizio di questa stagione. Complicato e insidioso, con qualche passo falso e riconducibile allo stravolgimento della rosa avvenuto in estate e ai vari impegni estivi a cui i giocatori hanno preso parte.
Nelle ultime partite, tralasciando la blanda prestazione di Udine, il ruolino è stato invertito. I convincenti 2 a 0 contro Cagliari, Sassuolo e Porto delle uscite più recenti hanno mostrato una squadra completamente diversa e sicura dei propri mezzi.
Mito, per così dire, sfatato. Il verdetto del campo, sin qui, è stato chiaro: Juve a +8 sulla Roma seconda ed a +10 sul Napoli terzo. Per tirare ulteriormente le somme ci vuole pazienza, come ripete sempre Allegri, e aspettare queste ultime fondamentali undici giornate.
This post was last modified on 7 Marzo 2017 - 12:02