Tanto tuonò che piovve. Ad Udine piove tutte le volte che la Juve è ospite. Se piove di per sé, non ci sono problemi, sennò si fa piovere “spintaneamente”. Per la verità ieri i teloni hanno tenuto il campo nei limiti dell’accettabile, ma il fondo si addiceva comunque più a Duvan Zapata che a Dybala e si è visto.
Tanto tuonò che piovve un pareggio. Ci sono volute 38 partite, un intero campionato per rivedere la Signora cogliere una divisione della posta, praticamente una X, come i nostalgici del Totocalcio sanno bene. In quel di Bologna si era interrotto il filotto record che nella scorsa stagione aveva segnato la tremenda reazione di squadra e tecnico all’indomani delle parole di fuoco che Andrea Agnelli aveva sprizzato all’assemblea dei soci.
Prima o poi doveva accadere allora, prima o poi doveva accadere adesso. Dal 19 febbraio dello scorso anno al 5 marzo attuale è esattamente un anno e spiccioli. Non ci sono state conseguenze allora, si spera che non ci siano adesso. D’altra parte è appena normale che gli exploit abbiano un termine, come pure le energie all’ottava partita in meno di un mese.
Eppure verrebbe da chiedere al mister perchè dover rischiare Chiellini, diffidato e rabberciato. L’unico motivo è che Rugani non sia ancora del tutto affidabile, prova ne sta il fatto che Giorgione cede il posto a Benatia. Sempre alla luce delle diffide, perchè non far giocare Pjaca al posto di Cuadrado? Si deve forse cambiare modulo? Probabile e dopo le bordate di critiche per il 1° tempo di Coppa Italia, la cosa non viene così naturale. Vorrà dire che col Milan la metteremo sul fisico, senza tanti svolazzi.
Piaccia o non piaccia, è sintomo di buona annata allungare in una domenica “un po’ così”. A Roma fa sempre più freddo, da -7 a -8; ribaltando il concetto, non si ricorda un 8 + dai tempi del liceo, quando si era infilata la corsia preferenziale corretta verso l’oracolo, mentre si traduceva dal latino.
Peccato, si è fallito il 1° match point, dovendo fare affidamento sulle proprie forze non al top. Giacchè il Palazzo ha preventivamente optato per far voltare designatori e designati dall’altra parte, se c’è da prendere una decisione a favore dei campioni d’Italia. Della serie, non chiedeteci niente, nemmeno il dovuto. E se ci sono tre rigori, ci si rivolga alla Sciarelli, chi li ha visti? Alla brava Federica facciamo anche cercare il Pipita che, imbattutosi in Irrati, si è messo paura ed è scomparso: nessuno gli ha detto che stavolta faceva solo l’addizionale.
Comunque sia, sui falli in area noi sorvoliamo, siamo signori. O… un sostantivo plurale che fa rima per assonanza. De Magistris starebbe già dando un’interpretazione socioeconomicopolitica, tuonando dal suo scranno. Siccome non è Dio, pardòn Giove, soltanto tuoni e niente pioggia. La classe non è mica acqua, per l’appunto.
immagini tratte da calcionews24.com e mediagol.com