Un paio di settimane fa Fabio Quagliarella ha potuto confessare una piccola parte dell’incubo vissuto fino a quel momento. Stalking. Per cinque lunghi anni. Stalking da parte di chi per mestiere avrebbe il compito di proteggere e che invece era diventato primo aggressore. L’incubo, l’incriminazione, la testa sgomberata dai brutti pensieri e finalmente la possibilità di raccontare, anche se in lacrime, vere e molto amare. Poi però di nuovo il campo, solo il campo. Questo il racconto Fabio Quagliarella alle Iene: “Sono passato per l’infame della situazione e, credetemi, esserlo agli occhi della propria gente fa male. In ogni viaggio che facevo per tornare a Napoli cercavo di camuffarmi con cappelli e occhiali per paura che qualcuno mi dicesse qualcosa, dovevo nascondermi. Quando gli amici mi proponevano di andare a fare un giro in qualche locale, ero sempre costretto a dirgli di no. Poi naturalmente non tutta la gente è così, non vorrei far passare una brutta immagine della mia terra: anzi, il napoletano ha un cuore così, però faceva male e io non potevo andare da nessuna parte e godermi la mia gente. Rischiavi sempre di beccare quello che ti diceva una parolina di più: alla prima te la tieni, alla seconda anche, ma poi… Capita anche che le persone intorno a te reagiscano al posto tuo, e io ho sempre maledettamente voluto evitare questa cosa. Non posso litigare con la mia gente, non se lo meritano loro e non me lo merito io. E così continuavo a dirmi ‘speriamo che arrivi quel giorno”.
E intanto sul web, scoperta la verità, è già partita una petizione dal titolo: “Fabio Quagliarella torna al Napoli“.