Sembrava quasi un oggetto avulso dalla manovra. Qualcuno, addirittura, rimpiangeva il suo acquisto. E invece, dal passaggio al 4-2-3-1, Miralme Pjanic si sta rivelando fondamentale per la manovra bianconera. D’altronde, non si scalza dalle gerarchie un certo Claudio Marchisio, bandiera bianconera ed erede della fascia di capitano di Buffon, senza avere un minimo di qualità importanti.
Non c’è alcun dubbio: quando non c’è Pjanic, si vede. Da quando Allegri l’ha schierato nella nuova posizion
Tutto qui? Macché, assolutamente. L’importanza di Miralem risiede anche in quel fondamentale che forse non ci si aspettava da lui: l’interdizione. Grinta, coraggio, cattiveria: tutti aggettivi che non si addirebbero al bosniaco, ma che, in questo nuovo sistema di gioco, lo stanno contraddistinguendo. Numeri? 8 palloni recuperati nel match in Portogallo. Il secondo in squadra, dopo Alex Sandro, che, però, fa un altro mestiere. Pallone in ghiaccio, dunque, anche perché non ne ha perso nemmeno uno. Giocati più di tutti, persi meno di tutti. What else?
È per questo, forse, che Pjanic è diventato uno dei pochi giocatori insostituibili della Juventus. Lui e Khedira hanno trovato una connessione tra di loro quasi impensabile prima d’ora, e stanno dirigendo il centrocampo bianconero verso picchi che non si vedevano, forse, dagli anni d’oro in cui c’erano Pirlo, Pogba e Vidal. Lo schema di gioco ha funzionato anche in Europa, senza nessuna sbavatura. Anzi, una Juventus così bella era rara da vedere anche fuori dai confini nazionali. Un salto di qualità importante per la Signora, come quello fatto da Pjanic: non più un semplice gregario o calciatore da piazzati, ma il vero e proprio fulcro del gioco della squadra. Aspettando di confermarsi nel prosieguo della stagione.
This post was last modified on 25 Febbraio 2017 - 22:44