Con un Herrera sempre più ai ferri corti con la società e con Danilo Pereira maggiormente impegnato nella fase di interdizione, tocca al folletto spagnolo Oliver Torres farsi dare il pallone per smistarlo e dar brio alla manovra offensiva del Porto di Nuno Espirito Santo. Ma scopriamo più nel dettaglio chi è questo interessante trequartista che sta facendo innamorare i tifosi dei Dragoes. E non solo.
Oliver Torres viene ingaggiato dall’Atletico Madrid all’età di appena 13 anni, nell’estate del 2008, per poi esser spedito agli ordini di Simeone quattro anni più tardi: la prima squadra, però, è un alto monte da scalare e non è per niente facile imporsi con tutti quei campioni davanti. Ciononostante, il 22 agosto 2013 esordisce nella finale di Supercoppa di Spagna, subentrando a Koke, contro il Barcellona; il 27 ottobre 2013, invece, è il giorno in cui realizza il
Come dicevamo, però, permangono le difficoltà nel farsi spazio tra i grandissimi: la strada ideale per iniziare a metter davvero in mostra le sue caratteristiche è quella del prestito. Prima al Villarreal, squadra in cui colleziona appena 9 presenze, poi al Porto: è grazie alla fiducia datagli da Julien Lopetegui che riesce definitivamente ad esplodere.
Con il nuovo tecnico gioca spesso da mezzala in un centrocampo a 3, ma il suo ruolo naturale, in cui sa esprimersi davvero alla grande, è sempre stato indubbiamente quello di trequartista. Motivo? Semplice: è in grado di vedere varchi agli altri spesso ciechi e disegnare calcio come pochi. Senza dimenticare, però, tutte le altre sue notevoli qualità: dribbling in corsa, palla incollata al piede, propensione all’assist e spaventosa precisione nel tiro. Grazie alla sua visione di gioco, sa offrire sempre una risorsa ai suoi per ricominciare la manovra offensiva: dà grande continuità al possesso palla, agendo sempre fronte la porta e cambiando gioco sempre al momento opportuno, anche vista la grande bravura con entrambi i piedi.
Dal punto di vista fisico, lo si può etichettare come il classico brevilineo spagnolo: alto 1,78 met
In patria veniva descritto come una sorta di miscela tra Fabregas e Xavi (e non due Pinco Pallo qualsiasi), soprattutto per il suo stile estremamente elegante: raramente lo vedrete con la testa rivolta verso il pallone. Altrimenti, non potrebbe certo impostare il gioco e iniziare l’azione come sa fare. Una pecca? Non eccelle nel gioco aereo, per via della sua statura, e nell’interdizione. Ma potrà migliorare, soprattutto per quanto concerne il secondo aspetto.
In questa stagione – in cui Torres è diventato indispensabile anche per il nuovo tecnico Nuno Espirito Santo – il trequartista spagnolo ha giocato 20 volte in campionato e 6 volte su 6 è stato anche schierato da titolare in Champions League. Gli unici 2 gol realizzati sono arrivati entrambi in Primeira Liga, in cui è stato capace di creare ben 21 potenziali palle gol, ma – paradossalmente – solo uno è stato l’assist vincente. A confermare quanto detto in precedenza, la precisione nei passaggi del numero 30 biancoazzurro è dell’84% e addirittura l’80% di questi sono passaggi in avanti. Traduzione: Torres cerca sempre di condurre i suoi al gol, e raramente fa passaggi privi di peso specifico.
Curiosità per concludere: il suo soprannome è Oliver Atom, per via della traduzione spagnola di Oliver Hutton, famoso campione di calcio di manga e cartoni animati giapponesi.
Riuscirà a far valere le proprie qualità anche contro la Juventus? Tocca aspettare fino a stasera per scoprirlo. Grande, grandissimo appuntamento, che potrete ovviamente seguire su SpazioJ: fino alla fine!
This post was last modified on 22 Febbraio 2017 - 11:07