Non era certamente uno dei protagonisti annunciati, Marko Pjaca. La sua partita doveva essere quella contro il Palermo, quella in cui è partito titolare e ha avuto tempo per mettersi in mostra, per giocare palloni e creare occasioni. Ma chi l’ha detto poi che le cose devono andare sempre come ci si aspetta? Chi l’ha detto che Porto-Juve sarebbe stata decisa da Higuain e Dybala? Stavolta, almeno stavolta, a decidere la gara sono stati due protagonisti che non t’aspetti: Marko Pjaca e Dani Alves.
L’infortunio lo aveva penalizzato, la concorrenza in attacco ancora di più. Marko è arrivato alla Juventus in estate, ma non era ancora definitivamente sbocciato. Pochi minuti in campo, ma intensi. Quando Allegri lo ha chiamato, lui ha cercato sempre di concentrare in quei pochi minuti tutto ciò che meglio riesce a fare. Aveva voglia di campo, Marko. Quel languorino che si mischia al desiderio e all’adrenalina lo accompagnava sempre, gli si leggeva dietro quegli occhi grandi. Ma non era ancora il suo momento, forse. Fosse solamente perchè il destino non ci sta negli schemi, non ci sta a farsi programmare. Viene, va, silente, inafferrabile. Niente è scritto, nemmeno il finale di una partita che non ne vuole sapere di entrare nel binario giusto.
Poi, però, succede che pescare il jolly giusto riesce a dare una svolta alla serata e, forse, alla stagione. Allegri pesca Pjaca, Marko la sblocca. In un attimo, una giocata, un aiuto dal difensore avversario e un tiro potente e preciso. Un attimo, la sua descrizione di un attimo. Da subentrato e da outsider, ma al momento giusto e al posto giusto. Senza troppe aspettative, senza quei fari puntati che ti tolgono un po’ l’aria.
This post was last modified on 23 Febbraio 2017 - 12:15