Barba da uomo vissuto, tassametro da chi ne ha passate tante, carta d’identità da ragazzino. Dalle parti di Oporto di ottimi mediani se ne intendono, e non poco. Partendo da Costinha, che guidò il suo centrocampo al trionfo Gelsenkirchen, fino ad arrivare a Joao Moutinho, pilastro della squadra allenata da Villas-Boas. Stavolta è il turno di Ruben Neves, altro portoghese, altro mediano, altro piede vellutato. Classe 1997, vent’anni tra meno di un mese: quanto basta per essere considerato uno dei migliori talenti d’Europa.
One love, dal 2005 ad oggi Neves è solo un Dragões. Il Porto lo preleva nel 2005, all’età di otto anni, quando il talento è ancora offuscato dagli spettri del dubbio. Dopo dieci anni di gavetta, nel 2015 è pronto al grande salto. Dopo un gran ritiro di precampionato, Lopetegui lo propone titolare alla prima di Primeira Liga. Bastano 11 minuti al giovane centrocampista per ripagare la fiducia del proprio allenatore. La sua rete con un bel diagonale rasoterra gli vale il record di marcatore più giovane nella storia del Porto in campionato e la standing ovation all’uscita dal campo nel secondo tempo. Cinque giorni dopo sfata l’ennesimo mito, diventando il portoghese più giovane ad esordire in Champions League, scalzando il primato a Cristiano Ronaldo.
Prossimo grande passo? Prendersi la nazionale, ma non sarà facile. La selezione di Fernando Santos può infatti vantare un’abbondanza di talenti nei ruoli nevralgici del campo. Con William Carvalho (94) e Renato Sanches (97) gli iberici hanno scalato la vetta europea, ma non vanno assolutamente dimenticati Neves (97) e Danilo Pereira (91), entrambi di proprietà del Porto.
Parafrasando Venditti, diciannove anni sono pochi per promettersi il futuro, ma siamo pronti a scommettere che il portoghese avrà difronte a sé una carriera d’assoluto livello. Ruben Neves ha sin da subito dimostrato la propria maturità calcistica: in campo mette in mostra la propria personalità riversandosi in avanti e trovando spesso il gol (come nel 4-0 al Tondela). Ma non solo. Il centrocampista di Santa Maria da Feira dispone di un’ottima visione di gioco, con una tecnica che farebbe invidia a tanti giocatori che militano in Champions League. Grazie al suo bagaglio tecnico, oggi Neves è considerato il fratello minore di João Moutinho, non uno qualsiasi dalle parti di Oporto.
Ormai da un po’ Beppe Marotta si è invaghito del talentino portoghese. Con la Juventus alla costante di un giovane centrocampista da piazzare nel 4-2-3-1, nessun identikit risulta al momento migliore di Ruben Neves. Secondo transfermarkt il giocatore vale solo 11 milioni, ma la sensazione è che nelle prossime sessioni di mercato possa scatenarsi un’asta milionaria. «Cosa penso del fatto che interesso alla Juventus? Non mi preoccupa certo, adesso devo pensare al Porto. Il futuro? E’ il mio momento, mi serve calma e vivere un giorno dopo l’altro». Aveva così dichiarato qualche mese fa, dribblando le scomode di domande di qualche giornalista. A proposito di dribbling, domani, qualora dovesse scendere in campo, la priorità sarà contenere quelli di Dybala in Champions. Poi, chissà, tra qualche anno potrà farlo anche in allenamento dalle parti di Vinovo.
This post was last modified on 21 Febbraio 2017 - 21:59