Nemici? No, mai. Avversari piuttosto. Di quelli che si incontrano nel corso delle loro lunghe e gloriose carriere, si scontrano ma continuano a stimarsi. Buffon e Casillas, bandiere intramontabili che durante Porto-Juventus daranno vita a un altro affascinate duello interno alla sfida tra le loro squadre. Quattordici anni fa la prima volta, 16 partite l’uno contro l’altro. Ogni volta come fosse la prima. Dietro a un rapporto così sincero ci sono successi, delusioni, momenti belli o difficili che i due hanno attraversato; lontani ma vicini, legati da un filo rosso che ancora non intende spezzarsi.
CAPITANI E ISTTUZIONI
Sono stati furbi, Casillas e Buffon, “ci siamo scelti il ruolo giusto per durare di più”. Non sono mai stati calciatori normali, emblemi e simboli dei club di cui hanno vestito le maglie. Così come sottolineato dal sito di Gianluca Di Marzio. Venticinque anni a Madrid per lo spagnolo, sedici – per ora – quelli a Torino del capitano della Juventus. Capitani, appunto, istituzioni. È così per Gigi, che proprio contro i portoghesi festeggerà la centesima presenza in Champions League con i bianconeri; è (stato) così per Iker prima che una conferenza stampa quasi drammatica mettesse fine al suo rapporto con i Blancos. Ad Oporto ha ricominciato a giocare con continuità, godendosi il calcio e la famiglia come da un po’ non riusciva più a fare. Accomunati anche nella vita privata, compagni di due giornaliste televisive.
DALLA CHAMPIONS ALLA FINALE DI EURO 2012
Ancora voi, protagonisti di una partita ai massimi livelli. In palio quella coppa che a Buffon manca e che Casillas ha vinto tre volte; una piccola differenza tra le tante similitudini che da anni accomunano le carriere parallele dei due portieri. 23 trofei totali per lo spagnolo, 21 per l’italiano che ha fatto meglio per quello che riguarda i titoli nazionali. Quattro anni di differenza, un’infinità di parate decisive in giro per l’Europa e per il mondo. Dalla Champions alla Champions, il primo confronto nella semifinale del 2003, l’ultimo in quella del 2015, divisa tra Juventus Stadium e Bernabéu. Lo scorso giugno poi, Iker aveva osservato dalla panchina la sua Nazionale perdere contro gli azzurri di Conte; Gigi era stato tra i migliori in campo. Un esito totalmente diverso da quello della finale di Euro 2012: Italia sotto 4-0, lo spagnolo chiede al giudice di porta di non concedere recupero. “Ref, ref! Respeto por el rival!”.
Buffon e Casillas, Gigi e Iker, ennesimo confronto tra supereroi. Fedeli, ambasciatori della loro squadra (e delle rispettive nazionali) nel mondo, leader silenziosi, uomini con una bacheca colma di riconoscimenti sudati giorno dopo giorno. Giovani promesse diventate leggende. Pronti a sfidarsi e ad abbracciarsi ancora per scrivere un altro capitolo di una storia fatta di rispetto, ammirazione e affetto sincero, che ancora non è giunta alla parola ‘fine’.