Le chiacchiere stanno a zero. Dal 22 febbraio ricomincerà la Champions della Juventus e lo farà dal Portogallo. Allegri e la sua compagine giocheranno la partita di andata degli ottavi all’Estádio do Dragão, casa del Porto. L’urna di Nyon è stata benevola a ben vedere. Un sospiro di sollievo è uscito dalla bocca dei tifosi bianconeri e, forse, anche dei dirigenti. Evitare Bayern e Real Madrid è stato sicuramente positivo, ma il bello della Champions League è proprio questo non potersi fidare di nessuna squadra in gara.
Il Porto è un’ottima squadra, lo sa bene la Roma che è stata totalmente annullata dalla squadra biancoblù durante i preliminari della competizione. In patria il Porto si sta giocando lo scudetto con il Benfica, mentre la terza in classifica, lo Sporting, è lontana nove lunghezze. Uno dei punti di forza dei lusitani è la difesa.
In campionato il Porto ha subito solo 11 reti in 22 giornate. Di queste, sette sono state subite in casa e quattro in trasferta. Al do Dragão fare gol al Porto non è cosa semplice. Sicuramente la Primeira Liga non è formata da squadre di primissimo ordine se si escludono le solite tre (Porto, Benfica e Sporting) e il Braga, ma la forza della difesa dei portoghesi si è vista anche nel girone di Champions.
Nel Girone G, che il Porto ha chiuso al secondo posto a 9 punti, alle spalle del Leicester, la squadra di Nuno Espirito Santo ha subito solo tre gol. L’organizzazione di gioco è il vero segreto, visto che in difesa il Porto non ha veri e propri fenomeni. Nel Porto tutti corrono e, soprattutto, sanno far correre la palla.
Portiere dei Galacticos dal 1998 al 2015, tre Champions League, due Supercoppe Europee, una Coppa Intercontinentale e una Coppa del mondo per club. Con la Nazionale spagnola ha portato a casa un Europeo e un Mondiale. Poco altro da aggiungere.
Il modulo di base del team di Oporto sarà presumibilmente il 4-1-3-2 considerando che è quello che si è visto più spesso durante il girone.
I due centrali difensivi fanno valere la propria stazza. Per Mario Mandzukic non sarà semplice fare il suo solito gioco di sponda, ma al contrario giocatori come Cuadrado, Dybala e Higuain potrebbero andarci a nozze. Il brasiliano Felipe è alto 1,91, mentre Marcano è alto 1,89. Nessuno dei due spicca per velocità e neanche per piedi particolarmente educati.
La manovra solitamente parte dall’esterno, dove i due terzini sono notevolmente più in grado di portare palla al piede e servire i centrocampisti per poi andare a ricevere nuovamente palla. I terzini del Porto, infatti, consentono ai lusitani di dare respiro alle azioni in uscita. Felipe è da tenere d’occhio sui calci piazzati.
Come abbiamo detto, i terzini sono un’arma in più per la manovra del Porto. Alex Telles non è il giocatore visto, e non visto, all’Inter. Il brasiliano gioca sulla sinistra e possiede un coss potente e preciso. Al porto le sue prestazioni sono enormemente rivalutate, anche sul piano difensivo. L’esperienza fatta al Galatasaray con Roberto Mancini lo ha sgrezzato e reso più attento nelle diagonali. Qualche lacuna nell’1 vs 1 però rimane e sarà proprio Cuadrado a dover mettere in luce la sua poca propensione a coprire quando la squadra è sbilanciata in avanti.
Ai due terzini titolari, bisogna aggiungere nell’analisi Miguel Layun, terzino sinistro messicano. Layun è ambidestro, infatti, può giocare anche sull’altra fascia. Il giocatore è notevolmente offensivo tanto da essere schierato anche da ala destra. Nella fase difensiva pecca parecchio, anche se difficilmente partirà titolare contro la Juventus, match in cui Espirito Santo vorrà schierare presumibilmente la difesa titolare.
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This post was last modified on 21 Febbraio 2017 - 13:36