Quest’oggi è tornato al gol dopo 11 partite senza segnare. Fabio Quagliarella si è sfogato, sia in campo che fuori. Un gol che sa di liberazione. Esatto, perché nel post gara si è aperto ai microfoni di Sky Sport tornando sulle vicende extracalcistiche riferite al passaggio dal Napoli alla Juventus.
QUAGLIARELLA A RUOTA LIBERA
Venerdì scorso, infatti, è arrivata la sentenza di condanna di 4 anni e 8 mesi per uno stalker che ha tormentato lui e la sua famiglia, con delle false accuse. Accuse che avevano a che fare con camorra, pedofilia, calcioscommesse, droga e minacce di morte.
“Per raccontarla tutta ci vorrebbe una trasmissione solo per me. Ho vissuto 4-5 anni da incubo. Immaginare di non poter vivere serenamente al di fuori del calcio. Soprattutto per la mia famiglia, è stata dura. Quando sono andato via dal Napoli sono state dette tante infamità, cattiverie, tante cose non vere. L’unica causa era solo ed esclusivamente questa e quindi, dopo tanti anni, è finita. Devo ringraziare la giustizia perché ha fatto un ottimo lavoro. Dare 4 anni e 8 mesi a un poliziotto significa che avevano ragione di più. Ho vissuto male io, ha vissuto male la mia famiglia. Ho cercato di essere comunque concentrato sul campo, perché alla fine scendi in campo. La gente non sa tante cose, come è giusto che sia. Siamo pagati profumatamente- Ed è giusto che in campo facciamo il nostro dovere, però oggi ci siamo tolti un peso enorme perché è stata dura“.
Il racconto di Quagliarella continua senza freni: “A quel tempo non potevo parlare. Io avevo scritto un post su Facebook dove ho cercato di far capire qualcosa. Quando senti tutti che parlano, tutti che dicono la loro opinione e tu devi stare zitto perché ci sono delle indagini, ci sono tante cose. L’unica verità è solamente quella, perché io non è che un giorno mi sono svegliato e sono voluto andare via da Napoli. Ero a casa mia, stavo da Dio. Stavo con la mia famiglia dopo più di 12-13 anni passati fuori di casa, ero ritornato a casa e quindi non c’era nessun motivo. La causa è semplicemente questa, io ho accusato, ho tenuto botta perché non è facile. Non lo auguro a nessuno. Tutti abbiamo diritto di vivere una vita libera e serena al di fuori di qualsiasi ambito lavorativo”.
“Posso dire che è stato devastante sentire tante cattiverie dette dopo il mio passaggio alla Juve. È stato brutto. Uno ci mette passione, professionalità, sacrifici e poi sei giudicato quando la gente non sa. Questa era una delle mie più grandi soddisfazioni. Perché c’è stato un giudice che ha dato una sentenza importante. Questa è la cosa che più conta e ha tolto un peso non indifferente a me e alla mia famiglia”. Finalmente la giustizia ha fatto il suo dovere, ponendo una fine a queste vicende.
Michele Ranieri