Il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Carlo Tavecchio, ha rilasciato un’intervista per il Corriere della Sera. Tra i vari temi trattati è intervenuto anche su Andrea Agnelli e la Juventus.
“Io ho voglia di vivere e il calcio è la mia vita. Andrea (Abodi tra i sostenitori alle scorse elezioni, ora rivale) è spinto da una legittima ambizione personale, lo capisco e non considero la sua decisione un tradimento. Mi limito a osservare che in questi anni ha appoggiato le mie scelte e tante cose le abbiamo fatto insieme. È un tipo riflessivo e romantico, io concreto e riflessivo lo sono diventato dopo aver pagato a caro prezzo la mia spontaneità”.
“I primi due anni e mezzo sono stati produttivi. Stiamo lavorando tanto in Italia e a fianco dell’Europa. Siamo stati i primi grandi elettori di Ceferin, nuovo presidente dell’Uefa; siamo ben rappresentanti con Andrea Agnelli all’ECA e con la Christillin alla Fifa, dove abbiamo votato Infantino. Per il rappresentante all’esecutivo Uefa abbiamo indicato Uva. Siamo in prima linea nella sperimentazione della Var, abbiamo chiesto la gara inaugurale dell’Europeo itinerante del 2020 e ottenuto l’organizzazione dell’Europeo Under 21 nel 2019. Tutti ora hanno scoperto il rating, noi ci lavoriamo dal 2015 con altri nomi. Vogliamo modernizzare il sistema e arrivare ad avere società sostenibili. Innovazione e formazione, il nostro slogan. La riforma delle rose è stato il primo passo. Dei Centri Federali sono particolarmente orgoglioso: lunedì diventeranno 20 nel 2020 saranno 200. Questo significa che potremmo lavorare su un bacino di 800mila under 18 che avranno negli allenatori italiani una guida sicura. Volete dire che non ne tiriamo fuori 50 per la nazionale?”.
“Mi ero fatto una lista con papabili, possibili e interessanti. Giampiero aveva il curriculum migliore per lavorare con i giovani”.
“La Lega ci ha pensato, ma quelli della parte destra della classifica più altri quattro club della parte sinistra si sono opposti. Questa riforma non la voteranno mai. Cambiare è impossibile. Forse mi sono illuso. Però non ci siamo arresi. Abbiamo scelto una strada praticabile con una sorta di controllo di qualità, che andrà a regime fra tre anni. I conti dovranno essere in ordine, gli impianti a norma. Basta deroghe. Siamo il paese delle deroghe: sulle luci, sui seggiolini, su tutto”.
“Abbiamo imparato a conoscerci alle riunioni sulla mutualità ed è nato un rapporto. Ha detto che voterà per me e ne sono contento. La Juve non si arrende e continua a chiedere i danni alla FIGC per Calciopoli? La Federcalcio era disponibile a trattare per trovare un accordo, loro hanno deciso di andare avanti. In ogni caso decidere sulle azioni di rivalsa non aspetta a me, ma il Consiglio federale”