Morata: “Batterò il Napoli anche per la Juve. Se non ci fosse stata la recompra…”

Un altro match al cardiopalmo con il Napoli. Stavolta, non con la maglia della Juventus, salutata in estate per riabbracciare il suo Real Madrid. Álvaro Morata si appresta ad affrontare gli ‘azzurri’ allenati da Maurizio Sarri nella sfida di mercoledì in Champions League. L’occasione giusta per tornare a parlare della sua recente esperienza italiana, in un’intervista al Corriere dello Sport. 

NAPOLI

“La Champions è sempre la Champions e non vediamo l’ora di giocare contro il Napoli. Loro giocano molto bene palla al piede e i loro capovolgimenti di fronte, con Callejon, Hamsik e Insigne, sono molto pericolosi. Poi ci sono Pavoletti e Milik che immagino proverà ad esserci. È una grande squadra, quest’anno non sembrano in lotta per il campionato e questo potrebbe dare loro ancora più forza in Europa. Ci possono battere, ma anche noi possiamo batterli: è la magia della Champions. Io voglio sempre vincere, ma ammetto che sarei ancora più felice di battere il Napoli per il mio passato juventino“.

CUORE BIANCONERO

“Mi manca molto tutto il gruppo degli italiani: Bonucci, Barzagli, Chiellini, Marchisio, Buffon, sono stati fondamentali per il mio adattamento nella Juventus e a Torino. Se avessi trovato uno spogliatoio un po’ ‘cattivo’ non avrei fatto così bene nella Juve. Gli infortuni e i ‘periodi no’ fanno parte del calcio. Se devo dire la verità, e questo non l’ho mai detto prima, ho sofferto di più per il fatto di non essere al 100% di proprietà della squadra, ero condizionato dall’opzione di recompra e questo mi ha un po’ limitato. Perché in certe partite il club, giustamente, puntava su giocatori di proprietà perché sapeva che in estate, come poi è successo, mi potevano perdere. Forse se fossi stato al 100% della Juventus le cose sarebbero andate diversamente“.

VOCI DI MERCATO

“Io non sono italiano, ma ho dato tutto per la maglia bianconera ed ero disposto a rimanere lì molti anni, la Juventus lo sapeva, l’unico problema era la chiamata del Madrid che era il mio sogno fin da piccolo. Senza recompra avrebbero dovuto cacciarmi per farmi andare via da Torino“.

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