Corsi e ricorsi storici. Soprattutto i secondi, poi: perché l’Inter mica può restare a guardare? Giusto così, ad ognuno il proprio scettro di santità e quel meraviglioso artifizio che si fa chiamare ‘presunzione d’innocenza’. Poi, ecco, poi ci sono le telecamere: che hanno inquadrato, quindi inchiodato, infine incatenato. Ah, pure scatenato: l’ira di tutti. Ma proprio tutti.
Ci sono juventini che si dicono ‘imbarazzati’, interisti che ovviamente spaziano dagli ‘indignati’ ai ‘disgustati’, pentastellati che di tanto in tanto sbagliano forum e danno la propria pure sulle squalifiche a Icardi e Perisic. Per la cronaca: il croato, espulso da Rizzoli nel recupero, si becca due giornate “per avere, al 49° del secondo tempo, ripetutamente proferito espressioni gravemente irriguardose nei confronti del Direttore di gara”. L’argentino, invece, che ha regolarmente finito la partita, ne prende altrettante “per avere, al termine della gara, rivolto ad un Arbitro addizionale un’espressione ingiuriosa accompagnata da gesti, nonché per avere calciato il pallone in direzione del Direttore di gara, senza colpirlo”. Ora: tralasciando il gesto di Icardi che ricorda teneramente un’infanzia da oratorio, le pene (dell’inferno) inflitte agli interisti stonano. Un po’, non eccessivamente. Ma un po’ lo fanno: non foss’altro per il ‘la’ incoscientemente donato alle polemiche.
Che possa continuare a gonfiarsi o meno, la questione ovviamente si risolverà con qualche scaramuccia, uno sconticino di pena, un paio d’interviste faziose e un moto d’odio che sale, cresce, s’espande. E che lascia strascichi, anche e soprattutto quando una nuova polemica è in dirittura d’arrivo. Perché poi, sul serio, se fossero solo un paio di rigori (quanto legittimi?) non concessi ad aizzare tutto questo, non avrebbe senso seguire il gioco, amare il gioco, credere nel gioco.
Puntuale come la scadenza di un affitto sempre troppo costoso, è allora con il più grosso dei dispiaceri che diamo il benvenuto ad un’altra settimana di polemiche. Spoiler alert: non cambierà mai niente. Non cambierà mai nessuno. Ovunque si predichi, il vortice delle chiacchiere inutili e scontate verrà a prendervi e vi farà uno di loro. Di quelli che parlano senza sapere. O peggio: di quelli che proprio non ci capiscono nulla.
Juve-Inter è stato uno dei migliori spot del nostro campionato, ma chi doveva beneficiarne l’ha sprigionato e trasformato in miccia definitiva di un fuoco che non muore mai, imperituro in quanto alimentato dal combustibile più economico e pericoloso che ci sia: l’ignoranza. Che si fa odio in meno di un secondo, senza che tu possa proferire verbo, far qualcosa, aprire gli occhi.
Eppure c’era chi credeva potesse essere la svolta finale: il ritorno di una grande sorella nel ruolo che le è sempre spettato. È stata solo una notte come tante, con un ‘post’ come tanti e inutili altri.
È stata solo un’occasione di crescita gettata al vento: l’ennesima. E ora sapete che vi dico? Che non ci crediamo proprio più. E che stavolta quel vortice avrà da fare un nuovo giro, senza passare di qui: combattere chi non vuol vedere la realtà equivale soltanto a scagliarsi contro un muro. Non ha senso, non dà stimoli, non m’interessa.
crico