La costante degli ultimi quattro anni, insieme alle vittorie della Juve, è stata una: la ricerca di un’anti-Juve. Diciamo quattro, ovviamente, perché cinque anni fa la lotta era con il Milan. Da allora in poi, invece, è stata una continua sfida contro se stessi.
Una corsa solitaria
Pochi lo sottolineano, ma la forza mentale della Juventus è stata davvero mostruosa. Praticamente senza avversari, i bianconeri hanno saputo trovare motivazioni di continuo. E non è per niente scontato, specialmente dopo tante vittorie.
È stata una corsa solitaria, buttando sempre il cuore oltre l’ostacolo. Cercando una vetta più alta e ancora più alta. Per il gusto della vittoria, che alla lunga è diventato abituale. (Non che la cosa sia esattamente positivo, specialmente per la tifoseria).
Va dato merito anche ai tanti che hanno sempre cercato di screditare un gruppo formidabile. Una grande squadra che, intanto, studiava per diventare la corazzata di oggi. Immaginiamo che i ritagli di giornale, di alcuni giornali, siano circolati molto nello spogliatoio.
E sicuramente hanno contribuito a dare carica. Hanno fatto la loro parte nel quinquennio d’oro bianconero: non c’è cosa peggiore, forse, per qualcuno.
E se fosse l’Inter?
La partita contro l’Inter, nonostante la vittoria, lascia una (quasi) consapevolezza: quella ricerca, una vera ossessione per alcuni, potrebbe essere finita. Non lo diciamo per dare più lustro ai meriti della Juve, ma perché i nerazzurri hanno mostrato personalità come poche altre allo Stadium.
Lo stesso Stadium che è la fortezza della Juventus da ormai ventotto partite. E lo stesso Stadium che raramente ha visto un avversario provarci come l’Inter, specialmente in un periodo così positivo per i bianconeri.
L’Inter, che all’andata era un cantiere aperto, sembra aver trovato la sua identità. Non è ancora una grande squadra, ma sembra aver gettato le fondamenta per diventarlo. Ha alle spalle un progetto che, fino a prova contraria, è ambizioso e serio. Il banco di prova sarà la prossima estate.
La storia è storia
Sappiamo che non sarà una opinione popolare. Ma tant’è: bisogna guardare le cose con neutralità. Più di Roma e Napoli, sono i nerazzurri ad aver le carte in regola per dare filo da torcere alla Juve. A partire dall’anno prossimo, s’intende, con nuovi rinforzi.
È anche una questione di storia, qualcosa che difficilmente cambia in pochi anni. Certe sfide hanno un sapore particolare sempre, c’è poco da fare. Sono quelle che, in gergo, non hanno bisogno di essere preparate. Mentre alcuni rivali sono dati dalla contingenza degli eventi, altri sono eterni.
La differenza sta in avanti
La differenza, per ora, sta nel collettivo. Perché se la Juve sa sopperire a una serata meno brillante di Higuaín, l’Inter non sa fare lo stesso con Icardi. È una squadra acerba come il suo uomo-simbolo.
Manca di mordente in avanti, anche se qualche occasione l’avrebbe pure avuta. La Juventus, decisamente perfettibile, invece colpisce con una delle tante frecce dell’arco.
Il calciomercato potrà colmare questa distanza, almeno in parte e almeno sulla carta. Poi sarà compito dell’allenatore – e Pioli meriterebbe la riconferma – tradurre tutto ciò in effettivo miglioramento.
Ecco: la Juve non può che essere contenta di questa situazione. È esattamente ciò che ci voleva in questo momento storico. Proprio quando la fame potrebbe venire meno, la rinascita dell’acerrimo nemico sembra cadere a pennello.
Sarà il miglior discorso motivazionale possibile. Tanto più se, come possiamo immaginare, la stampa inizierà a tratteggiare la fine del dominio bianconero.
Non ce ne vogliano gli avversari di questi ultimi anni, ma questa potrebbe essere un’altra storia. Finalmente.