C’era una “svolta”… Così inizia la favola di questa Juve che da tre partite abbacina per volume di gioco, padronanza dello stesso e in cui le individualità, al servizio del collettivo, dispiegano la loro arte prestipedatoria nel pieno rispetto dei doni di Eupalla, per coagularsi in un’armoniosa espressione di squadra dall’identità ben definita.
La schiusa della crisalide ha liberato una bellissima farfalla bianconera, giocosa, ma non “farfallona”, le cui acrobazie aeree, pur ad alta valenza creativa, si dipanano attraverso tracciati non casuali che la conducono in prossimità del polline con disinvoltura talmente eccessiva, da trascurarne talvolta la suzione;
un vezzo innocente per l’italico giardinetto, del tutto privo di entomologi e/o predatori, ma da non assurgere a vizio quando il richiamo delle praterie continentali diventerà ineludibile.
Fuor di metafora, la rivoluzione copernicana seguita alla disfatta di Firenze ha generato una versione di Notre-Dame des Étoiles talmente accattivante e convincente che persino i cortigiani più efferati si sono resi conto di quanto, a dispetto dell’efficacia, fosse mediocre quella precedente.
Questa inversione di tendenza, che solo gli appassionati più ingenui possono accreditare completamente alle capacità taumaturgiche di “Mago Zerbino”, conferma e attesta quanto la critica meno compiacente profferisce dall’estate: l’inesistenza di un reparto mediano accettabile e la necessità di implementare la propositività del complesso ricorrendo alla ridondante qualità del parco attaccanti.
La disponibilità di questi ultimi a svolgere anche parte del lavoro sporco, coniugata alla consapevolezza di riuscire a valorizzare al meglio le loro non comuni peculiarità (l’intesa tra simili sorge sempre abbastanza spontaneamente), ha reso possibile che, poco paradossalmente, la creatura sorta dalle ceneri Medicee rischi pochissimo pur offendendo di più e meglio, indossando peraltro un abito finalmente “à la page” anche per le serate di gala.
Semplice, no? Se il centrocampo non ce l’hai, ne fai a meno! Tuttavia, il dispendio energetico richiesto ai guastatori da questa modulazione è così elevato da renderne sconsigliabile l’utilizzo sistematico e, all’uopo, è ragionevole quanto auspicabile supporre che verrà alternata con la variante detta ad “albero di Natale”; efficacissima anch’essa se si scelgono le “palle” giuste.
Anche perché, va detto, l’assetto a trazione anteriore consta purtroppo di pochissime vere alternative: il “predestinato”, con eventualmente il giovanissimo Moise Kean, per il pacchetto avanzato e il “flavo” di Andezeno per una terra di mezzo che, a eccezione di Pjanić e Khedira, annovera solo badilanti; troppo poco per ipotizzarne l’impiego ovunque e al cospetto di chiunque.
Ciononostante, l’urgenza attuale è un’altra: la “Morte Nera-zzurra”, espressione di un Impero del Male che dal 1908 ammorba il pianeta palla, è attesa fra le sacre mure dello J.S., ove si presenterà con sbandierate velleità di oscurare la luce più abbagliante del panorama peninsulare.
I cavalieri Jedi della Regina di sempre, custodi di verità e giustizia, rinfrancati da una settimana scevra d’altre incombenze, sono chiamati a riaffermare, per loro stessi e per il loro popolo, l’insopprimibile potere del lato luminoso della forza e, a tale riguardo, il più atteso tra essi sarà senz’altro il “chiacchierato” della settimana: Paulino Dybala. Molto dipenderà da quanto sarà sgombra la sua mente e quieto lo spirito; non v’è altri Skywalker all’infuori di lui.
Poiché nell’ambito della sempiterna lotta fra verità e menzogna, lo scontro imminente non è riducibile a mero episodio, giacché questa è “La Partita”, s’impone il ricorso all’unico augurio possibile, quello reso celebre da Jan Solo e che ben si attaglia anche alla Signora acchiappascudi: “Che la Forza sia con te!”
Augh.