Marcello Lippi è in Italia per il Capodanno cinese e si è goduto una domenica di campionato che sembrava interlocutoria, ma non lo è stata. “Prima però mi sono goduto Federer-Nadal. Mi hanno entusiasmato anche nelle interviste: due grandi amici che si sono affrontati con stima, considerazione e capacità di soffrire. È stato un magnifico esempio di vita: speriamo sia stato recepito, soprattutto dai più giovani”. Ecco l’intervista concessa al Corriere della Sera.
Al di là dei fatturati, cresciuti con le vittorie di questi cinque anni, in certe situazioni la Juve ha ancora qualcosa in più? “È la verità. Ogni tanto anche la grande squadra non c’è con la testa: la mia Juve nel 1997 perse con l’Udinese 3-0 dopo aver battuto il Milan 6-1 e l’Ajax in semifinale di Champions. Ma nel momento in cui ti stai giocando tutto non puoi lasciare per strada le occasioni”.
L’ha sorpresa il gesto di Dybala che non ha stretto la mano ad Allegri? “Una volta Ravanelli fece un gesto da lontano e io poi dissi che era rivolto a un suo amico in tribuna: sono cose che succedono spesso e Allegri fa bene a sottolineare soprattutto l’importanza che ha il riconoscimento della dignità di chi entra al posto tuo, che fatica come te in settimana, forse anche di più”.
Ci sono analogie tra questa Juve e la sua col tridente Del Piero-Vialli-Ravanelli? “Del Piero faceva tutta la fascia, gli altri due si alternavano, ma davano anche loro una mano. Però dietro c’erano tre centrocampisti di interdizione. Questa Juve è più spregiudicata, ma vedo che il sacrificio si accompagna all’entusiasmo dei protagonisti, che si rallegrano della qualità delle loro giocate”.
Forse solo la sua Italia al supplementare con la Germania aveva una formazione così d’attacco, non trova? “Sì, c’erano Iaquinta, Totti, Del Piero, Gilardino. Non si giocava più a centrocampo, era attacco contro difesa. E la nostra era in stato di grazia, con Gattuso e Pirlo davanti. L’analogia con questa Juve sta nella forza della difesa”.
Buffon dice che l’Inter gioca meglio di Real e Barcellona: è l’eterna lotta psicologica MilanoTorino che comincia già, in vista della partita di domenica prossima? “No, Gigi non fa lotte psicologiche, ma lotte di vita. E le vince sempre. Ha detto la verità, anche se probabilmente molte altre squadre adesso giocano meglio delle due grandi spagnole. Che però poi quando arrivano le partite vere si ritrovano sempre”.
La Juve può sperare in Champions di competere fino in fondo con Real e Barça? “Cosa c’entra la Juve col Real, mi scusi? Prima ci sono gli ottavi. Ho il giusto ottimismo: sono convinto che il Napoli creerà problemi al Real”.
L’ha sorpresa l’impatto così forte di Conte in Premier League? “Mi ha piacevolmente sorpreso la qualità del lavoro che ha fatto, considerato che i problemi non gli mancavano. Ha fatto delle scelte, ha cambiato il modo di difendere. E sta facendo scuola, dato che sette squadre del campionato adesso giocano con la difesa a 3 come la sua”.
This post was last modified on 31 Gennaio 2017 - 12:51