Che la numerologia sia una scienza esatta è tutto da dimostrare. Eppure, perchè azzerare, per restare in tema, l’ancestrale bisogno di esplorare il futuro e svelare di esso alcuni risvolti, tipico del genere umano? Non ci vuole poi molto a scoprire che alcuni numeri si ripetono con caratteristiche analoghe che hanno dello sbalorditivo, suffragando l’ipotesi che sta alla base del “culto” della teoria in oggetto.
E’ il caso del numero 39. Non si entri in merito al fatto che è un multiplo di 3, numero perfetto per antonomasia, la cui divisione genera un numero primo (teniamolo a mente!), nè ci si soffermi sulla curiosa multiplità tra le cifre che lo compongono e che una è il quadrato dell’altra. Roba da numerologi. Certo però che il sospetto che non ci troviamo di fronte ad un numero qualsiasi, a questo punto cresce a dismisura.
La storia degli uomini illustri ci viene in aiuto. Giacomo Leopardi muore a 39 anni. Felix Mendelssohn sfiora il 39 anni sul letto di morte. Chopin lascia questa terra nel pieno dei 39 anni. L’elenco potrebbe continuare. E se è vero il detto di Menadro: “Muor giovane colui ch’al cielo è caro”, dietro alla cifra nuda e cruda, il 39 nasconde un’essenza di epicità del tutto singolare.
Scendiamo ai piani bassi. Entriamo in casa bianconera e subito ci investe la tragedia. Perchè al numero 39 siamo costretti ad associare una sera di maggio, insanguinata dalla follia hooligan, sotto le sfere inorridite del monumento all’Euratom. Heysel è un nome ormai sfregiato dalla trascuratezza belga e dalla delinquenza britannica, incubo eterno per le famiglie di chi ha esalato allora l’ultimo respiro. Fu tragedia nazionale, degna di un giorno del ricordo e di una feroce repressione di rigurgiti imbecilli ed ignoranti.
Quasi sacro dunque il numero 39. Da portare a testa alta, come uno schiaffo in faccia ai codardi e con l’orgoglio dei migliori, dei numeri uno. Come Gianluigi Buffon. Il capitano di tutti gli juventini, vivi e scomparsi. Il numero UNO dei numeri Uno, senza se e senza ma. Il più grande, l’eroe omerico delle porte da calcio di ogni parte del mondo. Colui che ha esordito bambino, che ha dato una svolta al suo ruolo, che ha superato operazioni terribili e debilitanti per noi comuni mortali, per rifiorire a nuova vita. Solo i campioni possono tanto.
Tre vite si sono dipanate in una, tre carriere nel volgere di 20 anni. Tre come il numero con cui, dividendo 39 si ottiene 13, numero primo. Indivisibile come la grandezza di Buffon, primo come lui. Anzi, UNO come sulla sua maglia. Pare allora che nulla succeda a caso. Che i numerologi non abbiano poi tutti i torti?
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