È il giorno del tanto atteso Black and White and More. Si parte con un alone di mistero. Arrivano i giocatori, arrivano personalità importanti, ma gli occhi sono tutti sul palco, in attesa di capire cosa accadrà. E qualcosa accade, appare Melanie a condurre, parla di futuro, presenta Giorgio Morder, artista celebre in tutto il mondo che in comune con questa serata ha una cosa su tutte: ha anticipato il futuro. E questo è quello che vuole fare la Juve. Tutto diventa più chiaro con il solito, illuminante discorso di Andrea Agnelli, che vi riportiamo integralmente.
“Una location diversa. Una città diversa. Credo che tutti voi siate stati attirati qua questa sera da un marchio, un nome: la Juventus. Quindi penso che il primo motivo che vi ha attirato qui questa sera sia il tifo per la Juventus, il senso di appartenenza. Oggi qui con noi c’è un pubblico vasto, che spazia in vari mondi. E questa sera qui con noi c’è ovviamente anche il mondo del calcio. Un indizio del perché siamo qui questa sera ce l’ha dato Giorgio, che ha cambiato la sua epoca vincendo tre premi Oscar, e ci risulta sia vicino al quarto. Da parte nostra, nel cambiamento, nell’innovazione, non dobbiamo dimenticare che siamo al Juventus e siamo una squadra di calcio. La nostra essenza è stata, è e sarà sempre il campo. Quel rettangolo verde che decide il nostro destino. Il nostro motto, il nostro modo di essere deve rimanere tale: per la Juventus vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta. Questo non deve essere mai dimenticato. Quest’anno viviamo una stagione estremamente importante. Questa stagione ci può e ci deve proiettare nella leggenda: sia esso il sesto scudetto consecutivo o il cammino europeo in Champions League. Il mondo del calcio vive spesso, quasi sempre, nel presente, senza guardare al futuro. Il risultato della partita di ieri, che non posso nascondere sia motivo di disappunto, esiste, ma il calcio dà sempre l’occasione per sperare e rifarsi. Non dobbiamo concentrarci sull’obiettivo della singola partita, ma su quello che possiamo fare. Oggi siamo qui per presentare qualcosa che rappresenterà il futuro della Juventus nei prossimi decenni”.
“Questo lavoro è stato sviluppato dalla gente della Juventus negli ultimi 12-18 mesi per il futuro. Il nostro obiettivo è crescere e noi cresciamo come entità, come squadra, come società. Dobbiamo crescere sul campo, continuando a vincere in Italia e possibilmente anche in Europa, ma per crescere in campo è per noi fondamentale crescere anche fuori dal campo. Per crescere dobbiamo continuare a vincere, ma per continuare a vincere dobbiamo anche evolvere il nostro linguaggio. Dobbiamo cambiare: cambia, prima di essere costretto a farlo diceva un grande manager. Quando io sono arrivato, nel 2010, era un momento difficile e il cambiamento era una necessità, ora il cambiamento è una nostra scelta, dobbiamo cambiare, mutarci. La Juve è stata la prima squadra in Europa a vincere tutte le competizioni europee. Oggi siamo arrivati al punto in cui i social network definiscono chi siamo. Oggi per cambiare vogliamo iniziare a comunicare tramite nuovi target e nuovi canali. Ma chi sono i nuovi target? Sono i bambini, il pubblico femminile e anche i cosiddetti millennials. Dobbiamo porci domande semplici: a cosa pensa la bambina di Shangai? Come si comporta il ragazzo di Città del Messico? Noi dobbiamo rispondere a queste domande e dobbiamo farlo con un linguaggio evocativo, meno tecnico. La Juventus, tramite il calcio, tramite la sua natura e la sua volontà di continuare a vincere vuole diventare più mainstream”.
Il presidente si ferma. È il momento del video di presentazione del nuovo logo. Una J stilizzata, un altro cambiamento. Un segno importante di sterzata.
“È stato un esercizio lungo: cercare di capire cosa vogliono i nuovi target e cosa vuole il mercato della Juventus. Noi oggi lanciamo il nuovo logo della Juventus, che è qui alle nostre spalle. Questo logo, però, ci serve non solo per un senso di appartenenza, ma anche per definire uno stile Juventus che deve comunicare con i target che ho detto prima. noi vogliamo avvicinarli a noi tramite il calcio, certamente, ma anche con il nostro modo di essere e di esistere. Vogliamo essere qualcosa che è calcio, ma attraverso il calcio comunica un sistema valoriale. Questo nuovo logo voglio vederlo accanto al simbolo di una vittoria. Per me il momento della partita e per tutti quelli che vivono di calcio è il momento chiave. Per noi il motivo di essere è la partita. Possiamo fare tanti discorsi, ma tutto esiste solo perché esiste il campo. Noi siamo quello che siamo grazie a quello che i ragazzi che sono scesi in campo hanno scritto e ottenuto sul rettangolo verde. Allo stadio si viene per la partita e per incitare i ragazzi, nel bene e nel male. Da lì partono tutti i discorsi sullo sviluppo globale del marchio”.
Il nuovo logo mostrato da Agnelli e che potete vedere sopra, dall’1 luglio sarà ufficialmente il nuovo logo della Juventus. Anche sulle maglie ufficiali.
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