Fa parte dell’essere allenatore della Juve. Tante alternative, una partita persa, e la matematica conseguenza: la scelta fatta era quella sbagliata. Lo sa bene Allegri, lo sanno bene gli allenatori delle big di tutta Europa. Ieri è toccato a Cuadrado, passato dall’essere in 90 minuti l’uomo sprecato in panchina a oggetto misterioso sull’erba di quel campo che lo ha consacrato.
Non si può non partire dal 3-5-2 di ieri per questa analisi. Alex Sandro a sinistra, il colombiano a destra. E mettiamoci anche le prestazioni insufficienti dei compagni di reparto in mediana. Cuadrado ieri sera ha però pagato nuovamente peccato in fase difensiva. E quando manca il supporto dei compagni nelle transizioni offensive degli avversari, si paga dazio.
Ieri è stato confermato (ce n’era bisogno?) come e quanto Lichtsteiner continui ad essere indispensabile con uno schieramento tattico quale quello proposto da Allegri a Firenze. Complice la squalifica, lo svizzero (che oggi compie 33 anni) non è potuto scendere in campo ieri sera, ma le sue prestazioni, di pari passo con la sua situazione contrattuale (e ogni riferimento alla lista Champions non è casuale), stanno man mano tornando ai livelli cui ha abituato il suo pubblico.
Chiudendo sul match di ieri, Cuadrado ha decisamente cambiato marcia con il passaggio al 3-4-3: Fiorentina più arroccata e con un altro attaccante a cui badare (il subentrato Pjaca che si è aggiunto alla coppia Dybala-Higuain), e caccia ossessiva al pareggio che si è tradotto in fasi di attacco che hanno sgravato il colombiano dal pensiero di difendere. Forse non è quindi sbagliato pensare a Cuadrado come a un lusso da potersi permettere in corso di partita. O, forse, ieri il colombiano ha pagato più degli altri la pessima prestazione della prima ora di gioco da parte di tutti i bianconeri.
This post was last modified on 16 Gennaio 2017 - 15:53