Eterno. Immortale. Leggenda. Quante volte, parlando di Gianluigi Buffon, abbiamo sentito uno di questi termini? Tante. Sta diventando praticamente un must. Il portiere della Juventus, il capitano della Vecchia Signora e della Nazionale, il trascinatore. Un personaggio mai banale, fuori e dentro il campo. Il 2016 è stato un anno particolare per Buffon: iniziato con la cavalcata scudetto, partita proprio dopo il suo sfogo ad ottobre ’15 dopo la sconfitta con il Sassuolo, è continuato con le brucianti sconfitte in Champions e all’Europeo, tutte di marca tedesca. Di mezzo, però, il record di imbattibilità: ancora una volta, il marchio di Buffon è entrato nell’albo delle leggende.
Dopo le vacanze estive, il calo. O meglio, è capitato ciò che può capitare a tutti, ma che se capita a Buffon fa notizie. Un paio di errori e scattano le interrogazioni. È finito Buffon? Non è più quello di una volta? Beh, il Gigione Nazionale è stato colpito nell’orgoglio e ha saputo rispondere alla grande. Eccome se lo ha fatto.
Come? Beh, con le sue parate. E nel 2016 ce ne sono state tante. Ne abbiamo scelte 5, le migliori con la maglia della Juventus.
Juventus-Napoli è stata la sfida che, più di tutte, ha forse indirizzato lo scudetto verso Torino. Il match dello Stadium, deciso da Zaza al minuto ’88, è stata arido di emozioni, ma non poteva non esserci il segno di Buffon sullo scudetto. Il portierone della Juventus, infatti, ha compiuto un intervento su Albiol, sugli sviluppi del calcio d’angolo, importante, che ha impedito al difensore azzurro di segnare il gol del vantaggio per la squadra di Sarri. Il tiro, a botta sicura, del difensore spagnolo è stato respinto da Buffon, che ha mantenuto i bianconeri in carreggiata.
È l’inizio di marzo e la Juventus corre veloce verso il quinto scudetto consecutivo. I bianconeri archiviano la pratica Atalanta con i gol di Barzagli e Lemina, ma è importante non subire gol. C’è in ballo, infatti, il record di imbattibilità di Buffon, che però ci deve mettere del suo per non farlo cadere a un paio di minuti dal termine. Su un cross dalla sinistra, infatti, Andrea Masiello si coordina e fa partire un tiro che sarebbe stato deviato da D’Alessandro, molto probabilmente in porta, se non ci fosse stata la piccolissima deviazione di Gigi. Piccolissima, sì, ma decisiva. Siamo a 836′ di imbattibilità. Arriveremo un po’ più in alto, nella gloria.
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La Juventus viaggia già spedita verso la vittoria del tricolore e Buffon ha già marchiato indelebilmente l’albo della storia firmando il record assoluto di imbattibilità della storia della Serie A. Al Meazza, però, contro il Milan non è mai una partita facile. La Juventus va sotto ma riesce a pareggiare grazie al gol di Mandzukic. Buffon, nel primo tempo, aveva già mostrato agli attaccanti rossoneri che non c’era trippa per gatti con una doppia parata quasi fantascientifica su punizione di Balotelli. Quasi? Sì, quasi, perché nel secondo tempo si passa alla fantascienza vera e propria. Montolivo pesca Bacca in mezzo all’area, che si gira rapidamente e calcia, Buffon respinge, ma è clamoroso, anzi, miracoloso su Balotelli, che da distanza ravvicinata alza anche il pallone. Gigi però non ci sta: la palla viene alzata sulla traversa. Il rossonero, poi, insaccherà, ma lo farà con la mano, pertanto il gol verrà annullato. Intervento decisivo, perché i bianconeri vinceranno quel match grazie al gol di Paul Pogba.
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Oramai la conquista dello scudetto del quinquennio è cosa fatta, ma bisogna ancora mettere il sigillo. Sigillo d’autore, oseremmo dire. Dopo l’iniziale vantaggio firmato Mario Mandzukic, la Viola pareggia grazie al gol di Kalinic su un errore in fase difensiva di Bonucci. Dura a morire, però, Madama, che ripassa dopo neanche un minuto grazie a Morata. Tutto finito? Neanche per sogno. Al 90′, l’arbitro fischia un rigore per la Fiorentina. Sembrerebbe un pareggio scritto, ma nessuno ha fatto i conti con il capitano della Juventus. Buffon para un rigore calciato anche abbastanza bene da Kalinic, si rimette in posizione e prende anche la respinta, stavolta di piede, da parte di Ilicic. Non solo le mani, dunque, ma anche i piedi sullo scudetto. Un campione.
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Ne scegliamo una, ma sappiamo di fare un torto dopo una partita del genere. Sì, perché Buffon ha passato qualche settimana complicata, prima di Lione-Juve. Prima l’errore in Italia-Spagna, poi quello in Juve-Udinese. C’è già qualcuno che vuole fargli il funerale. Come dirà lui, però, al funerale non c’è nessuno. In Francia, la partita è di quelle decisive per il passaggio del turno. Nel primo tempo, Bonucci affossa un calciatore transalpino e Lacazette si presenta sul dischetto per battere Buffon. Ci prova soltanto, però, perché Gigione lo para. Parata numero uno. Ma non è quella che scegliamo. Nel
Dani Alves prende un brutto pallone, la squadra francese va in contropiede e la palla va sui piedi dell’attaccante di origini algerine, che si gira e tira. La palla sbatte sul piede di Bonucci e cambia completamente direzione: tutti pensano al gol, ma Buffon alza il braccio e para con la mano di richiamo. Una parata straordinaria, che dimostra anche che il portiere della Nazionale c’è ancora atleticamente. Un intervento assurdo, che nessuno si sarebbe aspettato. I francesi non sanno più a che santo votarsi, la sconfitta sembra scritta. Arriverà, infatti, perché dopo le magie di Buffon, ci sarà quella di Cuadrado e la Juventus sarà corsara a Lione.
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Non una parata, non un intervento in particolare, ma è impossibile non menzionare l’entrata nella leggenda, proprio in quest’anno, nel 2016. Gianluigi Buffon, se possibile, ha reso ancora più immortale il suo nome, riscrivendo il record di imbattibilità per quanto riguarda la Serie A. 973 minuti in cui la sua porta è rimasta inviolata, dal gol di Cassano in Sampdoria-Juventus (10/01/2015) a quello di Belotti nel derby del 20 marzo. Spazzato via, dunque, l’ex primato di Sebastiano Rossi.
Un anno, dunque, non indifferente, suggellato da trionfi, vittorie, sconfitte, ma soprattutto da parate. Alla Buffon, diremo. Arrivato al 16esimo anno in bianconero. Eterno, abbiamo detto prima. Beh, la speranza è che lo sia davvero. E la speranza è anche che, nonostante il 2016 sia stato così pieno di soddisfazioni, nel 2017 ne arrivino altre, migliori e più importanti. Perché si sa, Gigi è abituato al meglio, ma soprattutto è abituato a sorprendere.
This post was last modified on 19 Novembre 2018 - 10:21