Le storie di calciatori emersi dal proprio, e difficile, tessuto sociale grazie al mondo del calcio sono disparate. Narrazioni circondate da un alone mitologico, che si addentrano con facilità nel substrato di racconti calcistici, pane quotidiano per gli appassionati di questo gioco. Anche Tomas Rincon – da oggi ufficialmente un nuovo giocatore della Juventus – ha una sua parabola da raccontare. Che, come vedrete, va oltre la melassa retorica, farcita dai più classici degli aneddoti.
LE ORIGINI
Natìo di San Cristobal, Venezuela, Rincon ha una storia personale tutt’altro che semplice: all’età di 14 anni perde la madre in un incidente stradale. Una contingenza che, volente o nolente, è destinata a segnare il cammino di un uomo. Rialzarsi o soccombere, Rincon alla fine ha scelto la prima opzione: “Ho avuto un’infanzia difficile e questa mi ha reso un combattente. Da giovanissimo mi sono dovuto fare carico della famiglia. Sono cresciuto nella strada maturando in fretta. Già da allora gli amici e i compagni vedevano in me un leader“, racconterà di questo periodo della sua vita. A tutto ciò si deve raggiungere il retroterra culturale della sua nazione. Maledettamente complicato, anche ai nostri giorni: la cattiva gestione dei governi che si sono susseguiti hanno causato problemi economici e scarsità di generi di prima necessità, fattori che hanno scatenato diverse sommosse popolari. Non il migliore degli scenari per cercare fortune in uno sport all’interno del quale solo uno su mille, o forse più, ce la fa. Basti pensare che nel 2000 la Vinotinto, soprannome della nazionale venezuelana, non aveva in commercio nemmeno le maglie da calcio. Un motivo in più per gettare la spugna. Ma Rincon, da vero combattente, ci ha provato e ha vinto la sua scommessa. Che lo ha portato alla Juventus, primo venezuelano della società bianconera.
IL SOPRANNOME
Per ottenere la carica di “generale” – il suo soprannome – bisognerà aspettare il suo arrivo in Germania, all’Amburgo precisamente. Un’avventura non tutta rose e fiori, come raccontato dallo stesso Rincon: “Passare dal Venezuela alla Germania fu per me molto difficile. Arrivai in inverno, e non ne avevo mai vissuto uno così freddo, che tra l’altro ad Amburgo era stato il più freddo in assoluto da trent’anni a quella parte. Io all’epoca ero molto più giovane d’adesso: all’inizio fu dura ma dopo mi trovai molto bene”. Questione di carattere, la medicina migliore per superare gli ostacoli della vita. E che lo ha reso per tutti, appunto, El General: capace di far rigare dritto tutti, sia avversari che compagni.
LA SCELTA DELLA JUVE
Ma cosa c’è davvero dietro la scelta della Juventus di puntare su Rincon, operando in largo anticipo rispetto alla concorrenza? La mentalità, prima di tutto, necessaria per far parte di questa gloriosa società. Più una serie di caratteristiche tecnico-tattiche che lo rendono, di fatto, un interprete unico nel suo ruolo.
La duttilità, ad esempio. Andando a spulciare online si può notare come spesso Rincon venga presentato come un mediano e, all’occorrenza, un terzino destro. Nulla di tutto ciò: l’ex Genoa può essere definito un calciatore universale, capace di spaziare su tutto il terreno di gioco nell’arco di un match. Rincon gestisce il pressing, soffoca il gioco avversario e allo stesso tempo tiene a bada i suoi dirimpettai. La Juventus – uscita con le ossa rotte dal ‘Ferraris’ – ne sa qualcosa. Una risorsa niente male per Allegri, considerando i ritmi lenti e compassati dei due titolari Pjanic e Khedira.
Senza dimenticare poi l’intelligenza tattica. Rincon non sarà un fulmine di guerra, ma nonostante ciò ha competato 18 dribbling nella prima parte di stagione; nel centrocampo bianconero – per fare un paragone – il primo in questa classifica è Mario Lemina, a quota 10. Una qualità che, abbinata alle straordinarie doti nella protezione del pallone, permetterà alla Juventus di non buttare via il pallone alla rinfusa, come spesso accaduto, nei momenti di maggiore difficoltà.
Certo, Rincon non è il calciatore del quale i ragazzini amano indossare la maglia. Sudata da lui in campo, piuttosto. Ogni domenica, con la solita garra che lo ha contraddistinto, sempre e comunque. Dal Venezuela alla Juventus: Rincon, nel suo piccolo, è già entrato nella storia.
This post was last modified on 30 Dicembre 2016 - 16:11