Che poi non fa bene, per nulla bene. Sputare veleno, s’intende. Star lì, appollaiati, ad aspettare che qualcosa vada per il verso giusto e quindi attaccare chissà quale congiunzione astrale che favorisce sempre ‘quelli lì’. Oh, stai a vedere che è un aereo in ritardo a decidere la Supercoppa? Chissà. A questo punto, con queste polemiche, è lecito aspettarsi di tutto.
Per fortuna c’è chi pensa al campo. Agli undici da mandare in campo, a quella coppa – non così Super, si sa – da alzare al cielo per coronare un anno meraviglioso. Tutto vissuto trattenendo il fiato e scacciando l’apprensione. Tutto ornato da cavalcate trionfali e risposte piccate. Sul campo e fuori. Perché poi quel doversi sempre e comunque giustificare, alla lunga, stanca tutti. Stancò Conte, in primis. E un giorno sfibrerà pure le spalle di Allegri: meno maniacale, meno passionale. Però più furbo, senz’altro scaltro come pochi. In questo contesto, perfetto come nessun altro.
La caccia all’alibi non gli appartiene, non appartiene a questi colori. Né teoricamente a quelli che la Juventus si troverà ad affrontare a Doha. Come cambiano, i tempi. Come cambiano, i geometri. Come cambiano, i presidenti. La Supercoppa ‘spot’ diventa la Supercoppa delle polemiche. Sterili, inutili, oggettivamente senza senso. Il classico teatrino, ma senza maschere: un tempo, certi atteggiamenti, certe parole, si sapevano ben nascondere.
Fa strano, e un po’ dispiace. Riscontrare del marcio tra l’oro e la storia, e quindi riporre alcuna fiducia in un mondo sempre più incentrato su valori deplorevoli. Vincere aiuta a vincere, perdere fa solo annebbiare una vista già maltrattata dalle ultime, feroci scorribande che il Milan ha dovuto subire. Doha sarà un universo a parte, un match senza padroni con qualcosa di sostanzioso da conquistare. Ma a quale prezzo, tutto questo aizzare?
No, probabilmente non lo si capirà mai. Pur sforzandosi, pur rientrando in determinate dinamiche, pur aprendo cuore e mente. Eccola, la storia: maltrattata da ogni cosa e dal suo contrario. La Supercoppa delle polemiche non serviva a nessuno, ma quella vera può servire alla Juve: ribadire il proprio ruolo, il proprio primeggiare, potrà quietare isterismi e fuochi che rischiano di bruciare quel briciolo di sportività che resta.
Buona partita, ma non a tutti. Solo a chi crede davvero in questo mondo.
This post was last modified on 21 Dicembre 2016 - 18:15