Presente oggi alla Sala d’Oro del CONI, Gianluigi Buffon ha espresso la propria felicità per il rinnovo di Bonucci e gli ha voluto dare un consiglio: “La vita mi ha insegnato a essere molto umile, ora sono un calciatore voglio far bene questo, poi vedremo. Il rinnovo di Bonucci? E’ una bellissima notizia, Leo ha fatto un percorso che lo ha visto crescere in modo esponenziale, è un punto di referimento per la Juve e per tutti noi calciatori. Il fatto che abbiamo la certezza che sarà con noi tanti anni è importante, ci farà dormire sogni sereni. Gli consiglio di non pensare di diventare una leggenda, lo si diventa naturalmente, mettendo in campo e fuori qualcosa di tuo, come il carattere e il temperamento. Una volta avuta la legittimazione da parte degli altri, diventi subito una leggenda“.
Un commento anche sull’ultima sfida di campionato: “La Roma ha fatto una grande partita, hanno deciso gli episodi e loro hanno perso”.
Il portierone della Juventus e della Nazionale Gianluigi Buffon ha parlato anche ieri alla presentazione del libro “Oltre la crisi”, scritto da Paolo Viberti, sulla vita di Ernesto Olivero. Il numero 1 bianconero ha raccontato molto della propria vita e delle scelte fatte in gioventù.
LE SCONFITTE
“Ho perso poco nella mia vita, ma le sconfitte mi hanno insegnato più delle vittorie. Quando perdo, spesso mi focalizzo sulla bravura dell’avversario e sugli errori che ho commesso. È un modo corretto per non cercare alibi e diventare uomini che si prendono le proprie responsabilità. Non va bene giustificarsi dicendo che il rivale è stato fortunato o ha avuto un aiuto: sono scuse che non fanno crescere. Io ho fatto tanti errori e ne sono consapevole, alcuni di questi erano anche vergognosi, ma sono umano e ho il diritto di sbagliare
UN ESEMPIO DA SEGUIRE
“Ognuno di noi deve trovare una via d’uscita al pessimismo e se te la cavi da solo, ti sentirai molto più sicuro. Io, però, non voglio educare le persone: quello lo devono fare i genitori. In campo posso avere comportamenti giusti e sbagliati, ma questi possono essere uno spunto per discuterne e non devono essere un modello. Il confronto tra le persone aiuta a crescere e ad accettare i propri limiti”.
LA DROGA
“A 13 anni ero solo a Parma, mi piaceva divertirmi e trascinavo gli altri. Una sera, ad una festa, avevo un po’ bevuto e un mio caro amico mi viene vicino tutto esaltato e mi dice: ‘In tasca ho 5-6 pastichette’. Io pensavo avesse mal di testa, ma quando me ne mette una di queste in bocca, io la sputo. Ecco, in quel momento ho scelto: con la mia personalità e il mio carattere. Magari non sarebbe successo nulla, ma io lo ritenevo insano e stupido: sapevo divertirmi da solo, senza avere dipendenze. La cosa si è chiusa lì, ma tre anni dopo quel mio amico è morto per overdose di pastichette. Ci ho pensato a lungo, ma alla fine ho capito che la colpa era solo sua e io volevo vivere”.