Duecento partite senza subire reti in serie A con la maglia bianconera: un’ulteriore pagina di storia scritta nella sua incredibile carriera, con la gran parte del percorso ormai alle spalle, ma con una voglia di vincerle tutte, da qui fino alla fine.
Si tratta del numero uno in assoluto, del nostro capitano. Si tratta di Gianluigi Buffon, che anche ieri, nella sfida casalinga contro la Roma, ha dimostrato come sia possibile, a quasi 39 anni – da compiere il prossimo gennaio -, non appagarsi mai e avere la stessa grinta, tenacia, determinazione, fame di vittoria di un ragazzino di 20.
PARTITA INOPEROSA PER GIGI
La Juve è riuscita a vincere 1-0 contro quella che per gli esperti rappresenta la sua diretta avversaria. A decidere il match è stato il suo bomber Gonzalo Higuain, che con un goal da cineteca ha marcato il tabellino per la decima volta in campionato (13 goal totali, compresi quelli in Champions’)
Eppure ieri non è che ci sia stato un gran da fare per il nostro portiere contro i giallorossi, guidati da Luciano Spalletti. Nel primo tempo, Gigi è stato uno spettatore in campo e senza mai essere, praticamente, chiamato in causa. Nel secondo tempo, invece, la Roma si è spinta di più in avanti, però senza concludere in porta, ad eccezione di un lento e centrale tiro di Perotti dopo un’incursione di Salah sulla destra. Così, Gigi si è limitato a respingere qualche pallone tagliato in mezzo e a mettere ordine giocando spesso con i piedi.
Probabilmente, il suo intervento tecnico più eclatante è stato quando ha evitato un calcio d’angolo a due minuti dalla fine, andando a raccogliere in extremis un pallone deviato da un suo difensore su un tiro di un avversario, ricevendo gli applausi dei compagni e quelli di tutto lo Stadium.
Ciò che ha colpito di più, però, di Gigi nel corso dello scontro diretto contro la Roma, che ha sancito la fuga dei bianconeri a +7 dai giallorossi, sono state le sue esultanze per un rimessa dal fondo conquistata o per un’occasione mancata da parte degli avversari. In particolare quando su un traversone proveniente da destra, Manolas in ritardo non riesce ad impattare un pallone a portiere battuto, così che Gigi si rivolge verso la curva, in ginocchio nella sua porta, ed esulta. Lo stesso fa quando, a un minuto dalla fine, un cross che poteva essere pericoloso finisce direttamente sul fondo: Gigi, ancora una volta, si rivolge verso la Nord ed esulta con i pugni chiusi.
IL SEGRETO, L’ELISIR, IL PUNTO DI FORZA
Sarà probabilmente questo il segreto di una squadra che, pur non esprimendo un gioco fluente e bello da vedere, riesce a vincere partite difficile con il solo carattere da guerriera che l’ha sempre contraddistinta.
Sarà questo probabilmente l’elisir di un giocatore, il più anziano della rosa, che, a carriera quasi ultimata – proprio ieri nel post gara ha riconfermato di volersi ritirare nel 2018 -, non ci sta ad accontentarsi di quanto fatto finora, ma con impegno, sacrificio, dedizione, disposizione verso i compagni lotta in prima linea e punta a vincere tutto ciò che gli si presenta davanti, riuscendo a vivere le partite con lo stesso agonismo di dieci anni fa, quando Gigi conquistò il trofeo più importante della sua carriera.
Infine, sarà questo, probabilmente, il punto di forza di un club, il quale potrà contare, col passare degli anni, sul fatto che i tanti giovani come Rugani, Alex Sandro, Sturaro, Pjanic, Lemina, Dybala e i prossimi che verranno, possano ricevere gli insegnamenti di un esempio come Gigi e poter permettere che i valori incarnati nella sua vita sportiva possano essere trasmessi ai campioni del domani.
Quegli stessi valori per cui “vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”.