Non ci sono titolari obbligati, non ci sono moduli fissi. La Juventus, pluricampione d’Italia, non perde mai quell’umiltà che forse è proprio il surplus che più di Higuain, più di Dybala e di ogni campione bianconero la rende una squadra unica nel suo genere. Una lucidità che porta i giocatori a scannerizzare perfettamente ogni fase della partita; è proprio dall’esattezza di questa analisi camaleontica che discende un approccio ad ogni nuovo divenire.
Il buon cavallo si vede a lunga corsa. La Juve non ha una disposizione tattica di base. Quasi totalmente abbandonato quel 3-5-2 di contiana memoria, nonostante i grandi risultati in virtù di esso ottenuti. Una
Il sistema difensivo sta trovando le proprie misure anche con la disposizione a 4. Ottima la prestazione della linea difensiva. In particolare quella di Rugani che doveva fronteggiare un cliente scomodo come Belotti. Ma in questa
Sembra avere, finalmente, trovato la formula giusta la Juventus. Il quid che non la riporterà in alto, perché lì ci è sempre stata, ma che le rimetterà la maschera della schiacciasassi. La sensazione è che tutti siano convinti che quella imboccata sia la strada giusta; Emblema della convinzione è la compostezza del tecnico, che non scompone il suo gioco e le sue idee, inserendo Lemina per Sturaro, nonostante potesse contare su Dybala e Pjanic. Una squadra che cambia molti giocatori nel mercato estivo non poteva non necessitare di un po’ di tempo per ritrovarsi. A firmare la vittoria sono le due perle del mercato, ça va sans dire.
This post was last modified on 11 Dicembre 2016 - 18:58