E’ vero. Il derby della Mole fra Torino e Juventus poche volte ha significato qualcosa che non fosse la semplice supremazia dei colori di una parte della città su quelli dell’altra. Perlomeno negli ultimi anni. Il Toro ha difatti perseguito obiettivi molto lontani da quelli della Vecchia Signora, anche se in questo campionato la forbice ha certamente ristretto gli stessi, oltre che la differenza fra le forze in campo a disposizione da ambo le parti. E allora il derby della Mole accende tutti i semafori e si prepara a decollare, alimentando aspettative che da troppi anni si limitavano all’orgoglio di vincere una partita che in fondo vale tre punti come le altre, pur non essendolo.
DERBY D’EUROPA – Vale in particolare per il Torino, che mai come quest’anno punta dritto alla conquista di una posizione valida per l’accesso in Europa League. Lo conferma il tecnico Mihajlovic, che ai microfoni Rai pochi giorni fa ha dichiarato: “Dall’inizio ho dichiarato il nostro obiettivo senza nascondermi: noi in due anni dobbiamo andare in Europa e se ci riusciamo ci proviamo già il primo anno”. La marcia granata targata 2016/2017 sembra dare perfettamente ragione al sergente Sinisa, in virtù di un settimo posto in solitaria a quota 25 punti, dei 31 gol fatti (terzo attacco, con una sola rete in meno rispetto alla Juventus), e dei due tris di vittorie consecutive totalizzate. Un piccolo rullo compressore questo Toro, capace di vincere e battere chiunque – come dimostrano le vittorie interne ai danni di Roma e Fiorentina – ma anche di perdere punti preziosi per strada a beneficio delle piccole, come insegnano i match contro Pescara ed Empoli. Ora il rullino di marcia necessita di una vittoria per riprendere l’ottima strada spianata prima dello stop di Genova patito contro la Samp. E quale gara migliore del derby della Mole per rifornire i serbatoi di punti e rinnovata fiducia?
GLI UOMINI CHIAVE – Il tridente a disposizione di Mihajlovic è degno del massimo rispetto. Ljajic-Belotti-Iago Falque, infatti, insieme hanno realizzato 22 dei 31 gol del Torino contornati da sei assist, manifestando coi fatti una potenza di fuoco devastante. Il trio granata gioca in velocità incrociando i due esterni d’attacco, proponendo accentramenti che spesso liberano al tiro Iago Falque e Ljajic, specie quando Belotti risulta troppo marcato nel mezzo. La Juventus dal canto suo risponde con un guerriero al top della condizione come Mandzukic, che però stavolta potrebbe riposare a beneficio del rientrante Dybala: la Joya a questa Juve manca in campionato dalla trasferta di San Siro contro il Milan. Per lui solo uno spezzone nella gara contro la Dinamo. E poi c’è sempre il Pipita Higuain, l’uomo in grado di decidere ogni partita. Più indietro, la cabina del centrocampo vedrà soltanto uno tra Valdifiori e Marchisio salire in cattedra, col supporto di Benassi e Baselli da una parte, e Khedira e Pjanic dall’altra.
I TECNICI – Sergente indomabile Sinisa Mihajlovic, profeta della calma e del sangue freddo Allegri. Straripante nelle frasi e nei gesti il primo davanti ai microfoni, molto più riflessivo e composto il secondo. Entrambi, però, esigono che l’asticella risulti quanto più vicina possibile alla perfezione del gioco, ma soprattutto nell’atteggiamento e nell’interpretazione della gara. Sconti non ci sono per nessuno, anche se il coraggio di difendere le proprie scelte appartiene ad entrambi. Allegri e Mihajlovic sposano la stessa filosofia: step by step per poi tirare le somme, approssimative, temporanee o definitive che siano. Max punta all’impresa del sesto titolo consecutivo cullando al contempo sogni di gloria nell’Europa dei grandi. Sinisa l’Europa vuole conquistarla attraverso l’accesso diretto, centrando quindi l’obiettivo di stagione prefissato. E per farlo occorre anche battere la Juventus.
IL FATTORE CAMPO – Il derby d’andata andrà in scena al Grande Torino, fortino dal sold-out già annunciato in cui il Toro ha collezionato 17 dei 21 punti disponibili. Un’enormità, specie al cospetto dei 12 punti su 21 che la Juventus ha collezionato giocando in trasferta. Inoltre, come è ovvio che sia, la curva Maratona e lo stadio intero – naturalmente ad eccezione del settore ospiti – spingeranno più che mai la formazione di Mihajlovic nell’obiettivo di conquistare vittoria e supremazia cittadina. Dal canto della Juve, però, c’è la consapevolezza di essere una grande squadra, che da tale partirà comunque coi (leggeri) favori del pronostico ed una grinta ritrovata dopo lo schiaffo di Genova, alimentata dal passaggio del girone di Champions da capolista.
1X2 – Il derby della Mole si preannuncia come una classica e nostalgica partita da tripla in schedina, come si diceva ai tempi del Totocalcio. Una gara dove quest’anno anche i valori tecnici si somigliano maggiormente. Il Torino è infatti una squadra che adesso gioca a viso aperto, forte della maggiore qualità di palleggio presente in rosa rispetto all’epopea targata Ventura. La Juve invece è sempre la Juve, e non dovrà fare altro che recitare la parte di se stessa per rendere affascinante e sensata la forte attesa per questa prima stracittadina stagionale. La capolista difatti mantiene già un ruolo di privilegio in quanto tale. Il resto lo faranno i tifosi, quelli che spingeranno le loro squadre come dodicesimo uomo in campo, e che in fondo sono contenti della forza del rispettivo avversario, magari pur non riuscendo ad ammetterlo. E sperando in un pomeriggio fatto solo di canti, cori, prese in giro e tanto campo da raccontare. A Torino è quello che ci si augura. E la Torino calcistica è quello che merita.
Rocco Crea (Twitter Rocco_Crea)
This post was last modified on 12 Dicembre 2016 - 15:33