L’ascesa di Rugani al Parnaso

Per potersi imporre in una squadra come la Juventus, vuol dire che la stoffa dev’essere davvero buona. Provate a pensare al calcio un po’ come ad una metafora della carriera scolastica di un normale ragazzo: si susseguono scuola elementare (la prima scuola calcio), scuola media (il confronto con il calcio dilettantistico), il liceo (la Primavera e le prime sgambate in squadre con aspettative limitate, per “farsi le ossa”), per poi finire con il passo più complicato: l’università.

UN PERCORSO LUNGO E TRAVAGLIATO

Già, perché l’università è capace di catapultarti in un mondo completamente diverso dalla routine e dalle certezze quotidiane, che sarà realmente in grado di prepararti ad un roseo avvenire. Se si supera indenni questo periodo, c’è la ricompensa tanto attesa e sperata: la laurea. E allora sì, si potrebbe dire che il “brutto anatroccolo” Rugani, dopo aver studiato Difesa e correttezza con Maurizio Sarri ad Empoli, si è finalmente laureato (e a pieni voti), con tesi su Come prendersi la Juve in tre mosse, in quel di Torino.rugani

N° 1: LA MATURITÀ – Danielino ha messo da parte la pressione avvertita, talvolta, durante lo scorso anno ed ha letteralmente deciso di diventare molto più che una semplice riserva della BBC. Barzagli, Bonucci e Chiellini possono dormire sonni assolutamente tranquilli: sembra più saggio voler stare a riposo per recuperare la condizione migliore, perché la baracca, se retta da Rugani, non crollerà facilmente. Ormai, difficilmente sbaglia qualcosa: un intervento, un colpo di testa, un anticipo. Niente.

N°2: LA LEALTÀ – Danielino ha riconfermato di eccellere, prim’ancora che nel marcare gli avversari, in correttezza in campo. Pulito, oltre che preciso e puntuale. Dote non da poco nel mondo attuale, sempre più colmo di arroganti indolenti. Pensate soltanto che il centrale ex Empoli ha ricevuto il suo primo cartellino giallo dopo ben 53 partite ufficiali: roba da non credere. E invece, Rugani ha dimostrato che, alla base di grandi capacità, dev’esserci necessariamente un’impeccabile educazione. Chapeau.

N° 3: IL SENSO DEL GOL – Danielino ha deciso di vestire anche i panni del goleador, cosa che fa, col passare del tempo, sta iniziando a far sempre più comodo nel calcio. Avere un difensore bravo a sfruttare le situazioni da calcio da fermo fa sbloccare situazioni intricate e snervanti, che, magari, col semplice giro-palla non proseguirebbero verso la conclusione tanto agognata. I gol contro Cagliari, Atalanta e Dinamo Zagabria sono indice della completa crescita del ragazzo, avvenuta, oramai, sotto ogni punto di vista.rugani-vs-cagliari

Ora non resta che provare a sferrare l’ultimo, decisivo attacco: quello al posto da titolare anche in Nazionale. Le premesse sono buone, in quanto Ventura lo ha già impiegato due volte, dimostrando di credere molto nelle potenzialità di questo affidabilissimo centrale difensivo.

Va anche fatta una raccomandazione, però, a chi gli ronza pericolosamente attorno: non svegliatelo proprio ora. La carriera di un calciatore è sì un mestiere vero e proprio, è sì un insieme di tanti sacrifici giornalieri, ma è anche un meraviglioso ed indescrivibile sogno. Siamo sicuri che Rugani abbia sempre desiderato ardentemente di essere l’elegante leader di una corazzata come la Juve: ora che ci sta finalmente riuscendo, tocca solamente prendere dai bordi la nuvola che lo regge e continuare a cullarlo, sempre più dolcemente. Magari, ai pensieri più seri, ci farà caso tra una ventina d’anni.

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