Arrivato a parametro zero dal Real Madrid, Sami Khedira è riuscito in poco tempo ad entrare nei cuori dei tifosi bianconeri. Determinante in campo e nello spogliatoio. Mai una parola fuori posto, mai una lamentela. Il centrale tedesco oramai è un punto fermo del centrocampo di Allegri.
IL PENSIERO DI KHEDIRA
Proprio Khedira ha parlato a UEFA.com della chiamata in bianconero: “Avevo passato cinque anni stupendi a Madrid. Conosciuto gente speciale e grandi calciatori. Ma a 28 anni avevo due scelte: rinnovare e finire la carriera al Real Madrid o cercare una nuova sfida. Volevo vedere qualcosa di nuovo, un nuovo ambiente, qualcosa di diverso. Dovevo riscoprire me stesso. Poi ho ricevuto la chiamata della Juventus ed è stato subito chiaro che avrei cambiato club. La Juve era campione d’Italia ed era arrivata in finale di Champions League. Stava quindi ritrovando l’aura del passato”.
“Per me un nuovo paese, una nuova cultura, una nuova lingua”, ha continuato l’ex Stoccarda, Bayern e Real Madrid. “Parlando con il tecnico ho capito che potevo avere il ruolo che volevo. Avere maggiori responsabilità, compiti da leader. Ho raggiunto un’età in cui posso assumermi le mie responsabilità. Ha funzionato e credo che firmare per la Juventus sia stata la scelta migliore“.
LA CHAMPIONS
E sulla voglia della Juventus di arrivare a vincere la Champions League: “La Juve non la vince dal 1996. Quindi direi che è ora di rivincerla. Ecco perché sono qui, per questo ho firmato con la Juve. Ma so anche che non è facile. Che si può sempre sognare di vincerla e che si deve sempre lavorare duramente per riuscirci. Credo fortemente che la nostra squadra può competere per il titolo. Sappiamo bene che ci sono altre squadre fortissime in lotta. Lottiamo e lavoriamo duramente ogni giorno per quel sogno di vincere la Champions League. L’anno scorso ci siamo trovati davanti l’avversario più duro negli ottavi, il Bayern, e ci siamo andati molto vicini”.
Poi una panoramica sulle sue partite allo Juventus Stadium: “La mia prima partita con la Juventus è stata in Champions League. Contro il Siviglia. Ero stato in questo stadio da spettatore e l’atmosfera era speciale. Ma poi l’ho provata dal campo. Quando chiudi gli occhi e assapori l’atmosfera, pensi che è uno stadio da 100.000 spettatori considerando l’entusiasmo dei tifosi. Ci spingono davvero molto. Basta vedere partite importanti come quella dell’anno scorso contro il Napoli. I tifosi hanno continuato a spingerci fino alla fine. O contro il Bayern, quando eravamo sotto 2-0 e non stavamo giocando bene, ma i tifosi ci hanno aiutati a rimontare. Per poco non abbiamo vinto quella partita. Qualcosa di speciale anche in campo europeo“.
Michele Ranieri