Contro l’Atalanta si è vista una delle migliori partite della Juventus da questo inizio di stagione. Una squadra cattiva e pronta a non mollare un centimetro. Una manovra più fluida e ficcante. Tutto questo grazie anche ad un buonissimo Pjanić, finalmente decisivo non solo su calcio di punizione. Il bosniaco ha rilasciato un’intervista al quotidiano torinese Tuttosport. Queste le sue parole.
“Giocare da trequartista non è così importante. Certo, ero più a mio agio, però a Roma ho giocato per cinque anni da mezzala, per cui… Era un altro tipo di gioco, ora mi sto abituando. I giallorossi fanno molti più passaggi corti e possesso palla, nella Juve si punta di più sulle verticalizzazioni e mi sto abituando a questo tipo di gioco. Il mio inserimento è durato più di quanto avrei voluto, ma alla lunga le mie qualità verranno fuori, so quello che posso dare e fare per la squadra. Ho sentito le osservazioni, anche se non ho bisogno di essere criticato per sapere se ho giocato bene o male. La Juventus è un club molto esigente e io sono qui per migliorare. Volevo questa realtà, i titoli, questo livello di sfide. Le critiche vanno e vengono, fanno parte del calcio”.
“Le ho ascoltato le critiche ed è normale che arrivino. Ma per sapere se ho giocato bene o male non è che mi serva sentirle. Il vero Pjanic ancora non si è visto e anche il nostro gioco in generale deve migliorare. La Juve può dare molto di più, lo sappiamo tutti. Le critiche vanno e vengono. Fanno parte del calcio”.
“Dopo Genova, nello spogliatoio c’era molta rabbia. Ci siamo parlati, ci siamo detti le cose che vanno e quelle che non vanno. C’è servito per battere l’Atalanta e speriamo ci serva anche per il futuro, a cominciare dall’ultima gara di Champions contro la Dinamo, in cui ci servono i 3 punti. Ma qui c’è il DNA vincente, sappiamo gestire le pressioni”.
“Voglio prendere la squadra per mano, voglio assumermi questa responsabilità, sono qui per questo. Mi sto inserendo, sto facendo del mio meglio, però so di giocare in un posto dove devi assumerti responsabilità e ci sono tanti altri giocatori molto bravi, grandi campioni in tutti i ruoli che mi stanno aiutando e stanno aiutando tutta la squadra a rendere sempre di più”.
“Non ha bisogno di me, è uno che può segnare anche da solo. Non gli serve un assist-man, è talmente bravo che si costruisce le reti. E noi siamo contenti di giocare con lui. Gonzalo è molto sereno“.
This post was last modified on 5 Dicembre 2016 - 12:29