Per Alex Sandro, nato il 26 gennaio 1991 a Catanduva, la disgrazia del Chapecoense deve aver sicuramente affondato con più forza, rispetto al nostro, il suo cuore verdeoro. Dopo il gol l’esultanza è stata quasi strozzata. Un saltello. Un pugno che si alza verso il cielo. E un unico pensiero: la corsa in panchina per mostrare a tutti la maglia con la dedica alla squadra del suo Paese. Uno sguardo serio, troppo triste. E forse sarà fiabesco, ma non troppo distante dalla realtà, pensare che stasera il difensore bianconero abbia dato qualcosa in più rispetto al solito, risultando migliore in campo insieme a Mandzukic, proprio per giocare anche per i tantissimi connazionali (e non solo) tragicamente scomparsi qualche giorno fa.
ONNIPRESENTE – Il numero 12 ha innanzitutto il merito di sbloccare una gara che solo il risultato finale fa apparire semplice. Un vero e proprio slalom tra i rivali bergamaschi prima del piattone rasoterra (non visto partire da Sportiello, in parte colpevole), che si accomoda sotto la curva sud sfiorando il palo. Ma la partita dell’esterno, che in questo 4-3-1-2 si è fatto notare egregiamente, è fatta soprattutto di recuperi tackle riusciti che spezzano le trame offensive della catena destra degli uomini di Gasperini. Quasi l’80% dei passaggi completati e una presenza letteralmente dominante sulla corsia sinistra ne hanno fatto uno degli uomini simbolo di questa Juventus che, dopo qualche critica di troppo, ha ritrovato il bel gioco.
OCCHIO A GASP – L’Atalanta, tutto sommato, si è rivelata essere il miglior banco di prova possibile per i bianconeri in questa delicata fase della stagione. Una squadra sulla rampa di lancio, reduce da un filotto impressionante di risultati utili che hanno creato l’accostamento al Leicester di Ranieri (limitandosi alle ultime 9 giornate l’Atalanta sarebbe prima in solitaria in testa al campionato). La Juve ha saputo soprattutto placare le trame neroblu e, se da un lato il Papu Gomez è stato il solito indomabile folletto (chiedere a Lichtsteiner), dall’altro Alex Sandro ha fatto valere la sua presenza impedendo la creazione di gioco sul fronte da lui sorvegliato. Tre duelli aerei su 3 vinti (secondo solo all’accoppiata Mandzukic-Sturaro) e una riserva di fiato inesauribile. Alex Sandro si è “limitato” a dominare la sua corsia, ma l’ha fatto letteralmente, dissolvendo qualsiasi altra presenza nei paraggi. La sua duttilità tattica, ancora una volta, ha fatto da padrona. E chissà che questo nuovo modulo non ne possa esaltare maggiormente le caratteristiche nell’immediato futuro…