Una nuova avventura professionale, quella con la Juventus, che, al di là delle prestazioni non sempre convincenti di inizio stagione, sia con la Juventus che con la Nazionale, porterà sicuramente tante soddisfazioni a Gonzalo Higuain. Arrivato per 90 milioni in estate, con l’etichetta di acquisto più caro della storia della Juventus, Il Pipita è pronto a prendersi la sua Signora in via definitiva, portandola per mano alla conquista di tanti trofei.
In esclusiva ai colleghi del “Corriere della Sera”, intervistato da Paolo Tomaselli, il numero 9 della Juventus ha rilasciato una lunga intervista in cui commenta il suo stato di forma personale e le sue ambizioni in bianconero.
“Per mio padre questo è il campionato più difficile per fare gol. Mi sembra più difficile segnare qui. Credo che nessuno sia perfetto, neanche il migliore del mondo. Per cui io voglio sempre imparare. A volte è difficile accettare le critiche. Però ci vuole l’umiltà di ascoltare, per cercare di crescere ancora”.
“È importantissimo segnare sempre, ma non sempre si riesce. Allora bisogna aiutare la squadra a vincere. Il gol può farlo anche il difensore, mentre l’attaccante può salvare un tiro avversario sulla linea. Dopo l’estate «calda» con il trasferimento da 94 milioni, il primo gol con la Juve è stata una liberazione? Ho fatto più di 300 reti in carriera, non era una liberazione. Ma è stata un’estate dura. Mi hanno massacrato. Hanno detto che stavo male e tante altre cose. Poi sono entrato, ho segnato e per tutti ero in grande forma, questo a volte non lo capisco proprio”.
“Le critiche sul mio peso mi danno fastidio? No, ma se qualcuno ha dei dubbi può chiedere i dati fisici al preparatore, che è molto contento del mio lavoro”.
“Pjanic ha detto di aver capito perché qui si vince sempre? È vero. Da fuori dici sono forti, hanno fatto 25 vittorie di fila, eccetera. Poi arrivi qui e dici: cazzo. Ci sono giocatori che hanno vinto tanto eppure ancora hanno questa fame di vincere ancora. È una cosa che ti contagia e ti dà la voglia di migliorare ancora. Vedere Buffon o Barzagli dare tutto per il calcio fa la differenza: è questa la mentalità che ti porta lontano”.
“Perché non ho esultato? Sono stato educato in un certo modo e avevo già deciso prima della partita di reagire così. Non vuol dire che non volevo vincere. Però sono un uomo che non dimentica quello che ha fatto e quello che ha ricevuto. E a Napoli mi hanno dato tantissimo e mi hanno fatto crescere. È stato un segno di ringraziamento alla squadra, all’allenatore, ai tifosi. Dopo la partita ho esultato con quelli della Juve, perché lo meritano anche loro per il rispetto e l’amore che mi stanno dando”.
“Adesso dipende da noi vincere o perdere. Siamo primi con 4 punti. Se lo perdiamo, è perché abbiamo fatto male. È semplice”.
“Per fare bene in Champions, dobbiamo migliorare tanto nel modo di giocare, perché abbiamo calciatori fortissimi per poterlo fare. E dobbiamo scendere in campo sempre con l’atteggiamento giusto. Al contrario di quello che abbiamo fatto col Genoa. Una squadra come la Juve non può prendere 3 gol in mezz’ora”.
“L’Atalanta è in un gran momento. Verrà a fare una grande partita. Ma vincere dipende solo da noi”.
“Se riuscirò a riprendere Dzeko e Icardi? Se non li riprendo non succede nulla. L’importante è vincere il campionato, sono qui per questo. Poi se faccio tanti gol, è molto meglio. Ma per fortuna ho superato il record di 35 reti, che resisteva da 50 anni”.
“Ho preso una botta sopra il ginocchio, ma ora sto bene: mi sento al 100%, sono migliorato sotto altri aspetti e ho la consapevolezza che compagni e staff sono felici di quello che sto facendo”.
Poi smentisce le indiscrezioni rilasciate da Novella 2000: “Vado in giro con la scorta? Zero. Dirlo è una cosa che non ha fondamento, una mancanza di rispetto totale. Mai avuta una scorta nella mia vita. E mai ce l’avrò. Ma le bugie hanno le gambe corte. Come non è vero delle minacce: mai ricevute”.
“Tranquillo, ci stiamo conoscendo. C’è grande rispetto”.
This post was last modified on 1 Dicembre 2016 - 16:59