Tuttosport: “Calciopoli, Fabio Capello racconta la sua verità”

Calciopoli, al di là di ciò che opinionisti di ogni genere vadano affermando sui media nazionali, è una ferita ancora aperta per il mondo bianconero. Una ferita che grida vendetta e che mai si rimarginerà se al club bianconero non verrà restituito ciò che indebitamente le fu folto nell’estate del 2006.

Restituito almeno formalmente, perché mai nessun risarcimento o Scudetto ripagherà i danni economici e d’immagine che la Juventus ha dovuto affrontare negli ultimi 10 anni.

CALCIOPOLI, LA VERITÀ DI FABIO CAPELLO

1478802113675_capello-e-ibraLa redazione di Tuttosport torna a parlare dell’argomento Calciopoli, e lo fa tirando in ballo un personaggio leader dell’ultima Juventus della Triade: Fabio Capello.

Come scrive la redazione del quotidiano torinese, “Fabio Capello lo sapeva bene, se non altro perché quella squadra, lui, l’allenava. La squadra che si era vista crollare in mondo addosso in meno di un’estate, riuscendo comunque ad avere sei giocatori nella nazionale campione del mondo a Berlino”.


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TITOLI NON VINTI, MA STRAVINTI

buffon capelloFabio Capello lo sapeva benissimo e lo dice: “Se non ci avessero fermato con Calciopoli quella squadra era destinata ad aprire un ciclo anche a livello internazionale”. Con i “se” non si fa la storia, ma con i punti si fanno le classifiche e quella squadra ne conquistò 86 il primo anno e 91 il secondo: un dominio sportivo spaventoso di una squadra che era stata costruita come un dream team, con il meglio in ogni ruolo e in panchina uno dei tecnici più vincenti di sempre.

Si può pensare quello che si vuole di Calciopoli, ma non si può riconoscere come quella Juventus fosse una delle squadre più forti della storia del calcio italiano e come sia difficile confutare le parole di Capello a proposito delle potenzialità inespresse per colpa di Calciopoli.

Eppure continua a fare scandalo il fatto che la Juventus si fregi di quei due scudetti revocati nel suo conteggio “sul campo”. Come se la corazzata di Capello non avesse meritato quei titoli non vinti, ma stravinti.

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