Sacchi non ha dubbi: “Juve senza rivali, per perdere il campionato dovrebbe suicidarsi”

Arrigo Sacchi è considerato da molti un maestro di calcio, grazie soprattutto ai tanti successi del Milan degli anni ’80. Ogni volta che parla, dunque, tutto il panorama calcistico sta ad ascoltare, per poi schierarsi pro o contro le sue idee. E Arrigo Sacchi ha parlato in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, intervista nella quale ha espresso giudizi molto interessanti.

sacchi_20150827925_400x265

QUALI RIVALI? – In primis, Sacchi ha parlato della nostra Serie A, affermando: “Quali sarebbero le antagoniste? La Juve viene da cinque titoli vinti, ha avuto infortuni. Ha qualità individuali straordinarie e Allegri è un ottimo allenatore che conosce il calcio italiano, ma deve assemblare nuovi giocatori e ci vuole tempo. Però la Juve è prima in classifica e ha un vantaggio enorme che viene anche dalla superiorità morale. Ha storia e giocatori superprofessionisti. Il club viene prima della squadra che viene prima del singolo. Non vedo molte chance per le rivali”. Poi, Sacchi ha analizzato le cosiddette rivali dei bianconeri. “Il Milan? Non si sa. L’Inter? Non si conoscono i nuovi cinesi. La Juve in questo momento non ha le rivali storiche. La Roma gioca un bel calcio non è una rivale storica. Ha vinto tre scudetti e la Juve una trentina. E poi è una squadra allegra, come la città. Per perdere lo scudetto la Juve deve suicidarsi calcisticamente. E’ giusto che la Juve punti alla Champions, è uno dei club più importanti del mondo limitato finora dalla cultura del risultato, ma in Italia il risultato basta. Si gioca con difese corte, individualità, tatticismo. La Juve sa governare tutti questi fattori, è troppo superiore in tutto: mentalità, leadership. Non vedo un’avversaria”.”.

OBIETTIVO CHAMPIONS – Infine, Sacchi ha parlato del vero sogno dei bianconeri: la Champions League. In questo caso, però, Sacchi è meno ottimista. “In Champions League giocare per vincere non basta, serve uno stile meno speculativo. Bisognerebbe affrancarsi da un’idea di calcio all’italiana che è ancora figlia di quella di cinquant’anni fa”.

Quando parla Sacchi bisogna ascoltare. Ora capiremo se i tifosi della Vecchia Signora saranno d’accordo con lui oppure no…

Simone Calabrese

Gestione cookie